FORMIA – Sabato mattina durante una conferenza stampa l’esperto “assoldato” dal comune per affrontare il problema “acqua”, il professor Sappa dell’Università di Roma, relaziona su ciò che Acqualatina non ha fatto in questi anni di gestione e soprattutto su cosa continua a non fare, nonostante l’emergenza idrica e il fatto che continuino intere aree della città di Formia a rimanere senz’acqua (in questo periodo è Penitro che sta pagando il prezzo più alto!). Iniziamo subito con il dire che il professor Sappa definisce “la crisi idrica a Formia” un caso scolastico, sottolineando che questa è una zona dove l’acqua c’è, c’è ne in abbondanza, ma è stata da sempre mal gestita. Definisce la risorsa idrica della nostra città più che sufficiente ad affrontare questo periodo di siccità. Il professore più volte sottolinea che la manutenzione della rete è praticamente assente, AcquaLatina, a detta dell’esperto, si vuole impegnare per il rifacimento della rete idrica, ma ancora si “attende vedere i fatti”, ancora il gestore non ha provveduto a fare una ricerca “seria”, sottolinea Sappa, delle perdite ed una mappatura delle stesse. Ad oggi, ottobre 2017, dice l’esperto, manca tutta una “fase di analisi” indispensabile perché si possa affrontare il problema idrirco., da parte di AcquaLatina. Inoltre il professor Sappa si sofferma a parlare dell’area pozzi “dei 25 ponti”, sottolineando che l’intenzione del gestore è di scavarne in totale 5, per emungere fino a 250/300 litri al secondo, ma si rischia che tali emungimenti, non essendo controllati preventivamente, potrebbero richiamare acqua salmastra e ciò non è compatibile con l’uso potabile.
Secondo l’esperto, AcquaLatina sembra essere consapevole di questo rischio. Noi aggiungiamo che a questo, si potrebbe sommare il rischio di depauperamento della falda e che vengano depotenziati i pozzi privati limitrofi, aggiungendo altre problematiche e non risolvendo le esistenti! Inoltre Sappa chiaramente dice che a Capodacqua le modalità di captazione non sono per un ottimale sfruttamento della sorgente, anzi l’attuale situazione porta a sfruttare solo una parte della sua portata, comportando una sostanziale riduzione del flusso. Infine il professor Sappa sottolinea come i comuni, secondo la legge n.36/1994, debbano vigilare, la legge stessa affida alla parte pubblica un ruolo di forte vigilanza che ad oggi non abbiamo ancora. Noi ci chiediamo se al professor Sappa è stato chiesto di esaminare altri approvvigionamenti idrici già esistenti della nostra città, come ad esempio la sorgente Frangione, una sorgente ubicata alla base del dirupo al di sotto la linea ferroviaria Roma-Napoli. Una sorgente utilizzata per alimentare la stazione di Formia ed altre infrastrutture ferroviarie e che forse potrebbe essere “sfruttata” per essere messa a disposizione della città. E soprattutto ci chiediamo se il gestore ha risposto all’analisi puntuale del professore e cosa voglia fare il Comune dopo che l’esperto si è espresso!
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