GAETA – I lavori pubblici effettuati in Gaeta medioevale, senza alcuna forma di coinvolgimento dei cittadini violano lo statuto comunale. Lo sostiene l’associazione Agorà che critica anche la situazione di stallo per quanto riguarda i lavori alla rotonda portuale. “Appare singolare – scrive Agorà – che a Gaeta per conoscere cosa prevedono i progetti di opere pubbliche appaltate ed iniziate bisogna aspettare che le stesse siano finite. Non si sta parlando di interventi secondari o di ordinaria manutenzione, ma di lavori importanti che incidono sulla struttura stessa del territorio.
Nella parte più pregiata della città, il quartiere storico, in un paio di giorni è stato smantellato il lungomare senza che la cittadinanza sia stata minimamente coinvolta. L’amministrazione in carica ha del tutto omessa la fase partecipativa, prevista peraltro dallo statuto comunale. In molti hanno dimostrato diverse perplessità, anche di ordine tecnico e normativo che, se ci fosse stato un confronto preventivo, sarebbero state fugate in fase progettuale e non (forse) in corso di esecuzione.
Questo effetto sorpresa può andar bene per i turisti ma non per i cittadini che sul lungomare hanno quotidianamente passeggiato e ne conoscono ogni pietra, ogni insidia e l’immensa bellezza.
Piacerebbe potersi fidare, ma la realtà dei lavori pubblici a Gaeta purtroppo è ben altra. Spesso le opere appaiono avulse da visioni generali e, anche quando queste esistono (es. il Piano Urbano del Traffico) sembrano accantonate.
Ci sono poi i lavori iniziati e sospesi. E’ il caso della rotonda di fronte al porto. Tra poco, per le luminarie a Gaeta, ci sarà un notevole afflusso di turisti. Essi all’ingresso della città troveranno ad accoglierli, al posto della rotonda programmata,finanziata e messa in opera nella fase iniziale, un degradante cantiere abbandonato fonte di grave pericolo per la viabilità.
Perché i lavori della rotonda sono interrotti? Anche qui la trasparenza lascia a desiderare e nulla cambia se di tale mancanza questa volta si è fatta interprete l’Autorità Portuale.
Non si fa che parlare di approdi turistici per navi da crociera , attrattori turistici, e poi si abbandona al degrado e alla indifferenza uno dei punti più in vista della città. Sembra che sia più importante aprire cantieri, per gettare fumo negli occhi, piuttosto che valutarne la fattibilità, l’efficienza e la sostenibilità.
Si spera che quando la rotonda sarà finita aiuterà realmente il flusso del traffico. Al momento la comunità la vede solo in balia di lungaggini burocratiche, con cantieri aperti e lavori di incerta conclusione.
Questo modo di praticare l’amministrazione della cosa pubblica ai più sembra normale. I cittadini credono cheil cambiamento sia impossibile e che, perciò, non valga la pena opporsi. Ci si abitua a pratiche avulse dal buon governo e si vive un malessere diffuso , che non è solo economico.
Amministrare la cosa pubblica significa per prima cosa costruire un comune sentimento orientato al rispetto delle regole e delle persone, alla pratica della legalità e non delle scorciatoie. Ma costruire un diverso modo di fare richiede fatica, lavoro, attitudine al confronto, mediazione. Per questo i nostri amministratori si sottraggono”.