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Cronaca

Sistema Formia, processo rinviato a settembre 2018

FORMIA – Non è neppure iniziato il processo ma prescrizione in vista per il “Sistema Formia”, l’inchiesta giudiziaria che, secondo la Procura della Repubblica di Latina, avrebbe smascherato l’esistenza di un’organizzazione in grado di gestire e pilotare, dal 2008 al 2012, appalti, incarichi e concessioni grazie alla ipotizzata “commistione” tra politica, imprenditoria e l’apparato burocratico del comune di Formia. Caduto il vincolo associativo già a conclusione dell’udienza preliminare terminata lo scorso 23 gennaio, c’era molta attesa per l’inizio del processo davanti il Tribunale di Latina – presidente De Angelis, a latere Fosso e Velardi – in cui avrebbero dovuto comparire 13 dei 18 indagati iniziali con le ipotesi di reato di corruzione, concussione, abuso e omissione d’ufficio e peculato nell’esercizio delle loro funzioni.

Il dibattimento non è iniziato per un vizio di notifica nei confronti di Cosmo Di Milla, l’architetto di Gaeta che ha firmato il progetto per la presunta ed illegittima riconversione dello storico pastificio Paone. Si tratta, quest’ultimo, di uno dei singoli episodi della vita amministrativa del comune di Formia che, sotto la lente d’ingrandimento della Procura, ora rischia di finire in prescrizione alla stessa stregua degli altri capi d’imputazione formulati dalla Procura di Latina: una consulenza gonfiata per l’acquisto da parte del comune di un vecchio immobile nel quartiere di Castellone, false dichiarazioni al consiglio per realizzazione una lottizzazione edilizia, la gestione dell’appalto dell’asilo nido comunale ed il mancato sequestro di un manufatto abusivo. Fatti rilevanti sì ma meno significativi rispetto alla gravità dell’ultimo capo d’accusa del sostituto procuratore Miliano che ipotizzava – come detto – un’associazione a delinquere per dirigenti e politici in grado di compiere, tra gli altri, reati di corruzione, concussione, abuso e omissione d’ufficio e peculato.

Il processo è stato rinviato al 19 settembre 2018 con l’audizione dei numerosi testi citati dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano per poi proseguire il 3 ed il 10 ottobre con l’istruttoria vera e propria ee la discussione finale fissata per il 3 novembre del prossimo anno. Secondo alcune indiscrezioni trapelate tra le fila del nutrito ed agguerrito collegio difensivo – vi fanno parte gli avvocati Magliuzzi, Di Croce, Cardillo Cupo, Scipione, Aprea, Archidiacono, Fargiorgio e Macari – il processo potrebbe ancora vedere modificato il proprio collegio giudicante dal momento che il presidente De Angelis sarebbe prossimo a meritare la nomina del Consiglio Superiore della magistratura a guidare il Tribunale di Rieti. Per molti la sentenza potrebbe giungere troppo tardi per attenersi alle prescrizioni temporali del Codice penale, una della quale riguarda il reato di lottizzazione abusiva per la riconversione dell’ex pastificio Paone in un centro commerciale. Il reato si prescrive come tanti ma non la confisca dell’immobile oggetto di interventi urbanistici “vietati”.

Di certo, il processo quando riprenderà (con il presidente De Angelis o meno quale presidente) conoscerà la sentenza della gran camera della Corte di Giustizia camera a cui si sono appellate molte articolazioni dell’avvocatura italiana che spinge per non applicare, in caso di avvenuta prescrizione, il provvedimento di confisca per quegli immobili oggetto di indagini e sequestri penali. E il pastificio Paone di Formia è il caso più emblematico, con tutte le negative e inevitabili conseguenze economiche ed occupazionali.

Saverio Forte

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