Cronaca

Formia / Omicidio Langella, fissato il giudizio immediato per Andrea Tamburrino

FORMIA – A distanza di 13 mesi dai fatti, prenderà il via il prossimo 16 gennaio, presso la Corte d’Assise del Tribunale di Cassino, il giudizio immediato nei confronti di Andrea Tamburrino, l’ex gigolò di Cellole di 42 anni, ma da anni trapiantato a Scauri, accusato di aver ucciso all’alba del 2 dicembre 2016 l’amico Giuseppe Langella, autotrasportatore di 52 anni di Formia con cui viveva all’interno della villetta che occupavano in via Giovenale, in località Acquatraversa. Lo ha disposto il Gip del Tribunale di Cassino Massimo Lo Mastro che nelle 47 pagine della propria ordinanza restrittiva aveva ripercorso le tappe del rapporto amicale, tutt’altro che sereno, tra i due, costretti a vivere insieme solo per un mero e reciproco interesse opportunistico: Langella, dopo un matrimonio fallito, aveva bisogno di vitto e alloggio, Tamburrino di una persona che pensasse a tutto, a cucinare, a fare la spesa e a mantenere in ordine una monumentale villa per il cui pagamento dell’affitto ci pensava naturalmente lui, il 42enne più volte finito nei guai con la giustizia per estorsione e truffa. Tamburrino, assistito dagli avvocati Pasquale Cardillo e Dalila Fleming, dovrà difendersi dall’accusa di omicidio preterintenzionale perché “con atti diretti a commettere percosse e lesioni, cagionava la morte di Langella per trauma cranico con emorragia subracnoidea ed un trauma toracico con fratture costali multiple ed emotorace che, in sinergismo tra loro, determinavano – scrive il Gip Lo Mastro – un’ìnsufficienza cardiocircolatoria terminale acuta”.

Nel decreto di fissazione del giudizio immediato, il rito che per il codice “bypassa” lo svolgimento dell’udienza preliminare a causa della gravità dei fatti contestati, il Gip Lo Mastro ripercorre, minuto dopo minuto, l’evoluzione e la dinamica dell’efferato delitto: “Tamburrino con percosse causava la caduta del Langella, il quale sbatteva contro lo spigolo della parete che delimita la camera da letto con lo spogliatoio posto sulla sinistra della camera. Per effetto dell’impatto contro la superfice angolare, Langella subiva una contusione al cranio che determinava un’emorragia subaraconidea. Subito dopo – aggiunge ancora il Gip del Tribunale di Cassino – Tamburrino (ora recluso preso il carcere di Frosinone dove sta scontando un residuo di pena di oltre cinque anni per truffa ed estorsione) immobilizza con il proprio peso corporeo il Langella che giaceva a terra in posizione prona, lo percuoteva comprimendogli il capo contro il pavimento, azione dalla quale derivavano contusioni ed escoriazioni a livello del distretto cranio-facciale”. E l’ultima fase, decisamente drammatica, della colluttazione il Gip Lo Mastro la ripercorre in questi testuali termini: “Rialzatosi in posizione eretta (Tamburrino percuoteva dall’alto verso il basso con calci il trace del Langella, cagionando allo steso plurime fratture costali e difficoltà respiratorie impedendogli i normali movimenti respiratori, sia del muscoli che del diaframma…”.

Il decreto di fissazione del giudizio immediato, infine, contempla anche le prove raccolte contro Tamburrino: spiccano il verbale di sopralluogo e i rilievi fotografici di polizia giudiziaria dei Carabinieri di Formia, quelli degli accertamenti tecnici irripetibili svolti dai Carabinieri del Ris il 13 gennaio scorso, il fascicolo dell’incidente probatorio (fortemente voluto dalla difesa del 42enne indagato) e, soprattutto, la valanga delle perizie medico legali, sia quelle disposte dal consulente del Pm Chiara D’Orefice che di quello nominato dal Gip Lo Mastro. Dimostrarono da subito che Langella non fu vittima di un banale incidente domestico come aveva subito dichiarato l’unico indagato – una caduta lungo le scale di collegamento tra l’ingresso ed il primo piano della villetta occupata in via Giovenale – ma di una violenta aggressione, della furia di Tamburrino che la notte del delitto sorprese il “colpevole” l’ex autotrasportatore ad occupare la propria camera da letto. Il motivo di questa incauta invasione? Era l’unica collegata con Sky, alla televisione satellitare, che gli aveva permesso di vedere in tv una partita di calcio della Champions League.

Saverio Forte

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