FORMIA – Tutto come previsto. O almeno. E’ andata deserta l’asta in programma giovedì davanti la sezione fallimentare del Tribunale di Cassino nei riguardi di una panoramicissima villa, in località San Remigio a Formia, a causa di un debito contratto non dalla proprietaria ma… da altre persone. Non è state formalizzata alcun tipo di proposta economica a fronte di una base d’asta davvero impegnativa, poco meno di 450mila euro. Se ne riparlerà a marzo ma la vicenda nelle prossime settimane potrà conoscere altri ed importanti sviluppi per una vicenda che ha per protagonista una donna di Formia, F.P., attualmente assistita dall’avvocato Luca Scipione dopo esserlo stata dall’avvocato Mattia Aprea quando, il 31 marzo 2004, sarebbe stata costretta a vendere la propria villetta a due persone originarie di Marcianise, C.A. e C.R, che asserivano di vantare crediti nei confronti del marito di F.P., un avviato imprenditore impegnato nella distribuzione di una nota bibita gassata.
Si verificò che l’atto di alienazione, all’apparenza una vendita stipulata a favore di C.M. ma senza un reale pagamento del prezzo, fu impugnato subito dopo dalla F.P. davanti l’ex sezione di Gaeta del Tribunale di Latina ed il procedimento civile, anche complice la soppressione del Palazzo di giustizia in località Calegna, si è protratto per diversi anni sino allo scorso febbraio. Questa misteriosa ed ingarbugliata vicenda ha conosciuto altri capitoli: la ‘nuova titolare’ della villetta, all’insaputa dell’originaria proprietaria, ottenne nel dicembre 2007 da una banca marchigiana un mutuo di liquidità per una società di C.A. e C.R., con una rata mensile di circa 5000 euro e con contestuale iscrizione di ipoteca sulla villa di Formia.
La sezione civile del Tribunale di Latina lo scorso febbraio ha accolto, su esclusiva istanza dell’avvocato Mattia Aprea, un mirato ricorso annullando l’atto di vendita simulato per “vizio del consenso”. L’avvocato Aprea tiene a sottolineare questo riconoscimento e lo ribadisce mostrando una parcella professionale ed economica importante che ha inviato alla signora F.P. senza ottenere “mai alcun riscontro”. Insomma l’originaria proprietaria della villetta di Sam Remigio confidava di rientrare in possesso del bene ma si accorse che, nel trascrivere la sentenza alla conservatoria dei registri immobiliari, scoprì che la sua ex abitazione era gravata da un mutuo…Poiché i guai non arrivano tutti all’improvviso le fu recapitato un avviso dal tribunale di Cassino secondo cui alcuni creditori della finta acquirente di Marcianise, tra cui l’istituto di credito marchigiano che aveva erogato il mutuo, avevano promosso ed erano intervenute con una procedura di espropriazione immobiliare sulla villa tornata di proprietà della cliente ora assistita dall’avvocato Scipione e grazie ad una sentenza civile vinta dal collega Aprea Ora F.P. corre il serio rischio di vedersi venduta la propria casa all’asta per un debito che non è il suo e per alcune procedure che non la riguardano.
Questa incredibile storia, in attesa della seconda asta in primavera, potrebbe essere arricchita da quello che l’avvocato Scipione definisce un “dettagliato esposto, col quale verrà chiesto di verificare la commissione di fattispecie delittuose da parte di tutti coloro che, a vario titolo, hanno avuto un ruolo nella vicenda del mutuo”, da cui è stata promossa l’iscrizione ipotecaria nel periodo di illecita sottrazione dell’immobile proprio a F.P. che sta vagliando l’ipotesi di trasmettere un ricorso alla corte di Strasburgo per violazione della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, tra cui l’inviolabilità del diritto di proprietà.
Saverio Forte
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.