CASSINO – “Il punto di partenza per un programma di rigenerazione o ricostruzione dell’economia italiana dopo la crisi è il territorio. E’ anche da questo, e non solo dai mercati internazionali, che provengono gli stimoli a uno sviluppo economico sostenibile. Infatti, il successo di progetti innovativi dipende dalle capacità imprenditoriali, dalle competenze e dalle risorse umane e produttive che sono radicate nel territorio”. Lo ha dichiarato in una nota Mario Abbruzzese consigliere regionale di Forza Italia del Lazio e Presidente della Commissione Speciale Riforme Istituzionali a margine della conferenza nazionale degli enti locali di Forza Italia, promossa dal responsabile Marcello Fiori che si è tenuta a Roma.
“La politica economica declinata a livello territoriale – prosegue la nota del consigliere regionale azzurro originario di Cassino – si rivela indispensabile per definire un programma, nazionale e europeo, di interventi coraggiosi e lungimiranti al fine di promuovere l’innovazione nell’industria, nei servizi e nelle amministrazioni pubbliche e quindi di aumentare gli investimenti privati e pubblici in nuove produzioni e ridurre gli attuali elevatissimi livelli di disoccupazione. Serve dunque per quanto concerne il Lazio una politica regionale che promuova programmi di investimenti infrastrutturali, che costituisce uno stimolo alla rivitalizzazione di sistemi produttivi locali stagnanti e allo sviluppo delle Pmi locali.
Con un effetto di trascinamento complessivo dell’economia nazionale e, quindi, con un più ampio impulso alla crescita e all’aumento dell’occupazione. Ho parlato molto spesso della linea veloce Cassino-Frosinone-Roma e dell’asse di collegamento strategico Tirreno-Adriatico sulla direttrice Gaeta-Formia-Cassino-San Vittore-Termoli.
Due infrastrutture fondamentali, la prima per riorganizzare la mobilità dell’intero territorio, la seconda per aprire un canale diretto con l’economia dei Balcani attraverso l’Adriatico. Due opere che consentirebbero di rendere attrattivo a nuovi investimenti un territorio soggetto, ormai da tempo, ad una profonda desertificazione industriale”.
Saverio Forte