SESSA AURUNCA – Ancora un passo in avanti verso il processo di decomissioning della centrale nucleare del Garigliano. Lo storico camino del sito, un tempo di proprietà dell’Enel, non esiste più. La struttura, di forma tronco-conica, alta 95 metri con un diametro variabile dai 5 metri della base ai 2 della sommità e per questo motivo visibile da ogni angolo del sud-pontino e della piana del Garigliano, è stata smantellata dopo tre anni dai tecnici incaricati dalla Sogin e sostituita da un nuovo camino, questa volta in acciaio ma con un’altezza quasi 3 volte inferiore, necessario per favore le successive e delicate fasi di bonifica di una delle quattro centrali nucleari italiane chiuse con il referendum popolare di trent’anni fa.
Le fasi conclusive dell’attività di demolizione sono state illustrate ai cronisti dal dirigente responsabile dell’azione di decomissioning della Sogin, Severino Alfieri, che ha sottolineato innanzitutto come la tecnica adottata sia stata la frantumazione controllata che, garantendo il massimo livello di sicurezza ed evitare eventuali conseguenze alle strutture limitrofe al camino, tra cui l’edificio reattore, si è caratterizzata con la raccolta dei materiali di risulta all’interno del cono stesso. Delicate – hanno osservato i tecnici della Sogin – sono state le operazioni di decontaminazione, tramite la scarifica, le pareti interne del camino. E’ stato utilizzato un robot di tecnologia italiana appositamente realizzato che, muovendosi progressivamente dall’alto verso il basso, ha rimosso dalle pareti sottili strati di calcestruzzo debolmente contaminati, per uno spessore massimo di circa 1 centimetro.
Intervista all’ingegner Severino Alfieri
Se quest’attività di smantellamento è costata quasi 10milioni di euro, sono state prodotte 830 tonnellate di materiale, di cui 800 di cemento e 30 di metallo. Il materiale non rilasciabile proveniente dalla scarifica, pari a 7 metri cubi, è stato invece stoccato in fusti sistemati nel deposito temporaneo della centrale nucleare del Garigliano che – secondo la Sogin – sta conoscendo l’eccellenza del know-how italiano per quanto riguarda il decommissioning nucleare in Italia.
Saverio Forte
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