FORMIA – I 23 beni messi in vendita sono stati diversi, per lo più “lingue” di terreni, in gran parte incolti o insistenti in zone impossibili da raggiungere. I loro prezzi, poi, erano decisamente ‘stracciati’ e, nonostante ciò, non hanno meritato l’attenzione su cui confidava il tesoriere dell’ente. Soltanto una misera offerta ha caratterizzato lo svolgimento dell’asta pubblica del primo dei cinque lotti di beni messi in vendita dal comune di Formia con l’obiettivo di capitalizzare al massimo il risultato economico. E’ andata aggiudicata una sola porzione, davvero microscopica, di un terreno abbandonato mentre per la quinta volta consecutiva è andata deserta l’asta dell’immobile più “significativo”, i due ex alloggi popolari al civico 15 di via Provenzali nel rione di Mola offerti per la modica cifra di quasi 74 mila euro…
Naturalmente i partecipanti si sono tenuti (giustamente) lontani con le rispettive offerte da quest’asta con un legittimo timore: come si possono acquistare due immobili che sono stati dichiarati poco sicuri dal dipartimento di protezione civile dello stesso comune di Formia. Naturalmente a gettare a settembre ulteriore benzina sul fuoco era stato lo storico locale Daniele Iadicicco che aveva inoltrato una lettera all’allora Prefetto di Latina Pierluigi Faloni e, preannunciando un ricorso al Tar, aveva ravvisato l’ipotesi del danno erariale alla Corte dei Conti. Il comune di Formia su questa vicenda sa di avere le mani decisamente legate, impossibilitato ad investire nel corso degli anni le necessarie risorse economiche per mettere in sicurezza l’immobile. Da qui la decisione di venderlo alla luce della nuova normativa che impone agli enti locali di effettuare la cartolarizzazione e valorizzazione di beni, pubblici e demaniali, anche abbandonati e dismessi. Lo storico Iadicicco aveva parlato di danno erariale compiuto dal comune in quanto la base d’asta, fissata nella prima vendita tentata dall’amministrazione dell’ex sindaco Michele Forte, nel 2011 aveva un importo più cospicuo, di quasi 120mila euro. Intanto il fabbricato di via dei Provenzali sta crollando a pezzi, al centro, peraltro, di un groviglio di procedimenti civilistici e risarcitori.
L’ex Tribunale di Gaeta aveva condannato il titolare di un attiguo ristorante, ora di proprietà di una società di intermediazione del nord Italia, al ripristino dello stato dei luoghi a causa dell’infiltrazione d’acqua della cucina nel solaio del primo piano del palazzo, un obbligo mai ottemperato al punto che il comune si è giustificato in questi termini: “Non è ancora nella nostra disponibilità la facoltà di chiedere l’esecuzione forzata di un provvedimento di un giudice che interessi due privati…”. Iadicicco ha promosso, nel frattempo, un altro contenzioso per chiedere i danni al comune di Formia per l’impossibilità di concedere regolarmente in locazione, da cinque anni, un’avviata attività commerciale ubicata al piano terra, ma del civico 13, di via dei Provenzali. Il privato sostiene, forse in maniera provocatoria, di poterla aprire da un momento all’altro e di rimuovere i sostegni di legno installati all’interno per evitare crolli dai piani superiori. In effetti Iadicicco è semplicemente destinatario di un’ordinanza comunale – fanno sapere dall’avvocatura comunale – che il Ctu, nominato dall’ex Tribunale di Gaeta, ha sollecitato per mettere in sicurezza l’intero stabile. Intanto la stessa dirigente del settore Opere Pubbliche del comune , Stefania Della Notte, ha escluso che gli immobili di via dei Provenziali, alla luce del quinto “flop” maturato in occasione dell’asta promossa dal comune, possano essere venduti attraverso una trattativa privata. “Non se ne parla proprio – ha specificato – l’unico strumento di alienazione di questi beni pubblici resta l’asta”.
Intanto sul fronte edilizio si registrano piccole ma sostanziali novità. La ripartizione tecnica del comune di Formia ha dato mandato ad alcuni operai di rimuovere l’ingresso dello stabile, “murato” per motivi di sicurezza e impedire l’accesso ad estranei e finanche ad occupanti illegittimi. L’intervento è stato giustificato per verificare lo stato dei luoghi, suggerito – si vocifera – dalla stessa Prefettura di Latina alla quale si era rivolto proprio Iadicicco per evitare che lo stabile possa implodere da un momento all’altro – come si è verificato la scorsa estate a Torre Annunziata – in una zona fortemente antropizzata e ora decisamente vivace sul piano commerciale. E allora torna prepotentemente d’attualità l’interrogativo che campeggia in questa inverosimile storia tutta formiana: il comune può decidere di mettere all’asta un immobile che anche ai gatti e ai topi del quartiere di Mola risulta essere “fatiscente e pericolante”? Sicuramente no, almeno in apparenza, ma i soldi e il… fato non hanno colore. Almeno.
Saverio Forte