FORMIA – “Dobbiamo ancora conoscere le motivazioni del sequestro. Di sicuro, di concerto con i miei assistiti, non resteremo con le mani in mano”. L’iniziativa della Procura della Repubblica di Cassino – rappresentata dal suo massimo responsabile Luciano D’Emmanuele e dal sostituto Procuratore Alfredo Mattei – di sequestrare 230mila euro in conti correnti e disponibilità finanziarie ai danni di alcuni degli otto indagati per quanto riguarda il progetto di recupero e di riconversione dell’ex colonia Di Donato ha aperto non pochi scenari di natura processuale. All’indomani della decisione del Gip del Tribunale di Cassino Salvatore Lo Mastro di convalidare il provvedimento di sequestro urgente della Procura, eseguito dagli agenti del Gruppo di Formia della Guardia di Finanza, proprio i legali degli indagati sono al lavoro. Lo è soprattutto l’avvocato Andrea Di Croce che assiste Francesco e Umberto Battista, i dirigenti della Sacen che, appaltatrice dei lavori di recupero dello storico immobile di via Olivetani risalente al 1300, è l’unica ad aver subito il sequestro di conti correnti presso alcune banche di Formia, Fondi, Gaeta, Latina, Napoli, Roma, Salerno e Rieti. L’avvocato Di Croce vuole conoscere subito le ragioni del sequestro per proporre un eventuale ricorso davanti il Tribunale del Riesame a Frosinone che ha un’oggettiva contingenza: il blocco di questa liquidità metterebbe, di fatto, in difficoltà un’impresa che ha necessità di pagare fornitori ed il personale dipendente.
L’avvocato Di Croce considera non veritiere, poi, alcuni capi d’imputazioni secondo i quali la ditta Sacen srl avrebbe già incassato la somma di 307.437,57 euro (oltre IVA 21%) per l’appalto di lavori urgenti di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’ex colonia Di Donato per la realizzazione di un centro polivalente a servizio degli emigrati laziali – 1 lotto – per importo a base d’asta 498.498,96 euro. “E lo dimostreremo mostrando alcuni documenti – ha aggiunto l’avvocato Di Croce – che testimoniano l’esistenza di un contenzioso in sede civile per il mancato pagamento da parte dell’ente appaltante, l’Ipab della Santissima Annunziata – di quanto dovuto….” Insomma la Sacen in questa controversia vuole essere parte lesa e non beneficiario di un indebito arricchimento, a danno dell’erario, per oltre… 230 mila euro per l’appunto sulla scorta di un finanziamento di quasi un milione di euro concesso dalla precedente Giunta Regionale di centrodestra presieduta da Renata Polverini. Le perizie tecniche disposte dal sostituto procuratore Alfredo Mattei, invece, avevano accertato non solo la difformità dei lavori rispetto alla progettazione, ma anche gravi violazioni alle norme sugli appalti pubblici che avrebbero procurato un indebito arricchimento all’azienda appaltatrice.
Intanto il sequestro preventivo di 230mila euro è stato concomitante rispetto alla conclusione delle indagini preliminari disposte dalla Procura di Cassino. A gennaio con il sequestro dell’immobile, nel corso degli anni sede dell’ex Usl Lt/6 e di importanti servizi socio-assitenziali e sportivi, gli indagati iniziali erano dieci: Ranieri De Filippis, ex dirigente regionale Servizi sociali, i funzionari regionali Erasmo Valente, Giovanni Falco, Andrea Fumi e Giorgio Maggi, il responsabile unico del procedimento Roberto Guratti (prima della pensione ha diretto le ripartizioni urbanistiche dei comuni di Formia e Gaeta), appunto gli imprenditori Francesco e Umberto Battista, l’ex presidente e l’ex direttore dell’Ipab della Santissima annunziata Piero Bianchi e Giovanni Caprio.
Ora restano indagati, a vario titolo, in otto per frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica e truffa aggravata ai danni di un ente pubblico dopo che è stata stralciata la posizione di Bianchi e Caprio, usciti da questa delicatissima vicenda giudiziaria tutta da definire Interessato a volere chiarire con una certa immediatezza la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono attribuiti è anche l’architetto Roberto Guratti che, difeso dall’avvocato Vincenzo Macari, chiederà di essere interrogato dal Pm Mattei prima che formalizzi la probabile richiesta di rinvio a giudizio per tutti e 8 gli indagati al Gup del Tribunale di Cassino.
Intanto si mobilita anche il comune di Formia che, secondo è trapelato dalla sua avvocatura, sta valutando di formalizzare una costituzione di parte civile nei confronti degli indagati già in sede di udienza preliminare. Il comune è tornato nel 2015 proprietario dello storico dell’immobile dopo la risoluzione di diritto del contratto di comodato con l’Ipab della Santissima Annunziata e la volontà è quella di rendere fruibile la struttura, adibita nel corso degli anni a sede dell’Usl Lt/6, di alcune ripartizioni dello stesso comune e di importanti servizi socio-assitenziali e sportivi, a favore del quartiere di Castellone.
Saverio Forte