GAETA – Solo grazie al comportamento coraggioso e generoso del direttore la rapina compiuta ai danni dell’ufficio postale di Gaeta non ha avuto una valenza milionaria. Comunque chi ha operato all’interno della struttura di piazza Carlo III aveva studiato nei minimi dettagli, anche i più insignificanti, per portare a termine un colpo che sarebbe stato di ben 750 mila euro. E, invece, il bottino è stato misero, poco più di 200 euro. Quanto è accaduto all’interno dell’ufficio postale di Gaeta è al vaglio dei Carabinieri della locale tenenza che non disperano ora, grazie all’apporto di alcune testimonianze oculari e del sistema di videosorveglianza, di risalire ai tre protagonisti della rapina. Quando mancavano pochi minuti alle 9 due dei rapinatori si introducevano nell’ufficio postale attraverso un ingresso di sicurezza laterale, abitualmente utilizzato dai portavalori per il trasporto del danaro, che un complice, il terzo, aveva aperto naturalmente dall’interno. Avevano il volto travisato da passamontagna e, uno in particolare, era armato di una pistola, forse una pistola giocattolo.
Con un balzo felino raggiungevano l’ufficio del direttore, Franco Di Biase, chiedendogli, sotto la minaccia dell’arma, di aprire il caveau. Il dirigente è stato abile a non tradire mai un cenno di nervosismo sapendo che all’interno vi era una collega che, da sola, come prevede il protocollo interno, stava da pochi minuti sistemando le banconote, per un ammontare di 500mila euro, appena trasportate dalla vigilanza armata dell’Ente Poste per il pagamento degli stipendi di novembre e delle tredicesime Natalizie. La strana apertura di quella porta anti-panico aveva fatto scattare l’allarme: Franco Di Biase veniva minacciato più volte ad aprire con un codice segreto l’ingresso blindato ma volutamente ne ha digitati diversi errati con l’intento di prendere tempo. Ad innervosirsi erano invece i malviventi che, ricevendo la poca tranquillante risposta di dover attendere almeno venti minuti per vedersi esaudita la richiesta sull’apertura del caveau, ferivano in testa Di Biase con il calcio della posta.
La tentata rapina terminava qui, il tempo di arraffare 200 euro in quel momento disponibili. Il terzetto saliva su una vecchia Fiat Punto, a bordo della quale percorreva poche centinaia di metri sino in via Serapide, nel quasi omonimo quartiere di Serapo, dove lasciava in fretta l’utilitaria. Ad attendere i tre rapinatori c’era un’ambulanza di una società privata con cui fuggivano – senza destare alcun sospetto – probabilmente con destinazione sud, la Campania. Sul posto hanno operato a lungo i Carabinieri e il commissariato di Polizia ma ad indagare sono i militari del Maggiore David Pirrera, tra i primi peraltro a soccorrere il direttore Di Biase che, riportando una ferita lacera contusa sul capo, rifiutava il trasferimento all’ospedale “Monsignor Luigi Di Liegro” per rimanere regolarmente sul proprio posto di lavoro.
Saverio Forte