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Gaeta / Successo per l’evento “Tradizione ed evoluzione della pizza napoletana” (video)

GAETA – Nei giorni in cui l’Unesco l’ha definita un bene dell’umanità, la vera pizza napoletana è stata l’assoluta protagonista di una serata evento che, promossa dall’Antica Pizzeria “Ciro” di Gaeta, è ruotata attorno ad un tema che è risultato essere molto di più di uno spaccato tra passato, presente e futuro, “Tradizione ed Evoluzione- La pizza napoletana tra storia e ricerca, simbolo di innovazione e specchio per il futuro”. Che anche in questo settore nevralgico della sana e apprezzata tradizione gastronomica italiana in tutto il mondo sia giunta al capolinea la stagione dell’uomo solo al comando, la conferma, puntuale, è arrivata dalla scelta di dare vita alla sana e sinergica collaborazione tra due delle più antiche pizzerie storiche di Napoli. E così al padrone di casa Giorgio Moffa si è affiancato Gennaro Luciano dell’“Antica Pizzeria Port’Alba” di Napoli che nelle interviste video rilasciate a Saverio Forte hanno ripercorso lo svolgimento di una serata molto significativa sotto il profilo culturale.

Nella prima parte hanno discusso sull’evoluzione della pizza napoletana e sulla necessità di mantenere intatte, al di là del rinnovamento della tecnica d’impasto e degli ingredienti, le regole di un prodotto che lega le sue origini alla storia del popolo napoletano. Se l’attrice Ingrid Sansone ha presentato i più svariati aspetti della pizza visti attraverso la poesia ed il teatro napoletano, il dibattito non poteva non avere come obiettivo prioritario la salvaguardia dei principi centenari per la lavorazione di un prodotto sinonimo di passato e identità culturale tenendo in considerazione anche un necessario ma rispettoso rinnovamento.

Facendosi portavoce di antiche sapienze e nobili virtù, la pizza – ha tenuto a sottolineare nel suo intervento Giorgio Moffa – è molto di più: è la tradizione, è la storia di Napoli, è ciò che lo stesso popolo partenopeo ha creato con i sentimenti dell’anima e la forza delle mani, è saggezza, è la città racchiusa in un simbolo. La pizza rappresenta ogni avvenimento, ogni stato d’animo, ogni ostacolo superato, ogni conquista, soddisfa bisogni e necessità trasformandosi nella vera protagonista della celebrazione di un rito”.

Il vero mattatore davanti al caratteristico forno a legna del locale di via Lungomare Caboto è stato Gennaro Luciano che, patron di una pizzeria fondata nel lontano 1738, nell’intervista ha voluto spiegare le ragioni che l’hanno portato a preparare pizze decisamente antiche con prodotti tipici di alcuni territori campani. Lo stesso Luciano ha sottolineato la “commovente accoglienza” ricevuta da Gaeta che la sua fedeltà l’ha ribadita tra il 1860 e l’anno successivo ospitando in esilio la famiglia reale dei Borboni e oggigiorno portando avanti un progetto culturale dai mille risvolti, anche di natura economica ed occupazionale.

L’iniziativa , che ha registrato un imprevisto “sold out”, è stata impreziosita nel finale dalla partecipazione della prestigiosa pasticceria di Napoli come l’antico panificio “Antonio Rescigno” ma ha consolidato un messaggio dalla forte presa sociale e antropologica: la pizza napoletana è una storia che continua, che si rinnova, è l’immagine del bene che trionfa sul male, è ciò che segna la strada di chiunque la incontri, è ciò che rende speciale la città di Napoli, da sempre solido scrigno della sua magia, dei segreti e dell’antica e generosa bontà. Di questa equazione è ora una variabile attiva anche Gaeta, senza “se” e senza “ma”.

Saverio Forte

Intervista a Giorgio Moffa e Gennaro Luciano

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