CASSINO – Il suo nome venne fatto in una precedente inchiesta, poi archiviata, della Procura della Repubblica di Cassino. Ora porta a cinque il numero degli indagati nella nuova indagine, promossa dal sostituto procuratore Beatrice Siravo, per uno dei delitti più misteriosi e mediatici degli ultimi anni, quello di Serena Mollicone, la studentessa di 18 anni di Arce trovata cadavere il 3 giugno del 2001 nel bosco della frazione di Anitrella, non molto lontano dalla sua abitazione. Si tratta dell’appuntato Francesco Suprano, è originario di Itri e ha ricevuto ieri a Rieti – località dove da qualche anno presta servizio – una richiesta del pm inquirente ad essere ascoltato nei prossimi giorni con la grave ipotesi accusatoria di favoreggiamento. Il sottoufficiale aurunco è stato coinvolto in questa nuova inchiesta della Procura di Cassino che gli contesta la circostanza di non aver riferito quanto di sua conoscenza in merito alla presenza di Serena Mollicone, il 1 giugno del 2001, nella caserma dell’Arma di Arce.
Nel nuovo filone di indagini, di cui è titolare la dottoressa Siravo, l’appuntato Suprano è il terzo Carabiniere indagato per l’omicidio di Serena Mollicone. Gli altri due sono l’ex comandante della Stazione dell’Arma di Arce Franco Mottola e il maresciallo Vincenzo Quatrale, che, indagati per concorso esterno in omicidio, era stato interrogato proprio giovedì scorso in procura a Cassino ma si era avvalso della facoltà di non rispondere. A completare il quadro delle persone finite nei guai per questo misterioso delitto ci sono la moglie Annamaria e il figlio Marco dell’ex Maresciallo Mottola: per la Procura di Cassino e per gli investigatori dei Carabinieri sarebbero loro gli indagati chiave di questo giallo. Avrebbero ucciso Serena e poi occultato il cadavere. Secondo la perizia medico legale del perito della Procura, la dottoressa Cristina Cattaneo, Serena sarebbe stata aggredita, picchiata e sbattuta con la testa contro la porta dell’alloggio della caserma di Arce in uso alla famiglia Mottola.
La studentessa liceale poteva essere salvata. Chi l’ha massacrata , l’ha lasciata morire soffocata. Dopo averle inserito un sacchetto di plastica sulla testa. Una lenta e crudele agonia conclusa nel boschetto di Anitrella dove il corpo venne trovato il 3 giugno di 16 anni fa. Ma quanti errori e colpi di scena hanno fatto registrare le indagini su questo grave e misterioso episodio. Nel 2003 del delitto viene accusato il carrozziere di Arce Carmine Belli, in possesso di un biglietto scritto da Serena. Ma l’uomo sarà assolto in tutti i gradi di giudizio. Nel 2008 un brigadiere dei carabinieri, Santino Tuzzi, all’epoca del delitto in servizio alla stazione di Arce, si suicidò sparandosi al petto. Quattro giorni prima era stato interrogato come testimone e aveva rivelato che il giorno in cui Serena scomparve la vide entrare in caserma. La giovane potrebbe aver scoperto qualcosa di losco e sarebbe andata dai carabinieri per denunciarla. Ora la procura di Cassino, dopo sedici anni di misteri, vuole arrivare a una svolta e scoprire il volto dell’assassino della diciottenne.
Saverio Forte