Cassino / Vicenda Giannandrea, Di Rollo: “Nessun tradimento, rispetto degli accordi”

CASSINO – La vicenda del ritiro della delega su Sant’Angelo al consigliere comunale e dell’allontanamento dalla maggioranza di Antonio Giannandrea da parte del sindaco di Cassino, Giuseppe Golini Petrarcone, è al centro dell’intervento di Barbara Di Rollocapogruppo dei Democratici Dinamici.

Barbara Di Rollo

“La nota del sindaco Petrarcone, indirizzata al consigliere Antonio Giannandrea – spiega il consigliere Di Rollo – è una nota che mischia le capre con i cavoli. Innanzi a tutto, la nota inizia con una dichiarazione, che è questa: <<non posso accettare che Giannandrea mi accusi di tradimento>>. Ora, chiunque legga le cose riportate sull’intervista del 21 aprile, può verificare che Giannandrea non pronuncia mai la parola <<tradimento>>, la quale viene scritta solo nel titolo redazionale dato all’articolo. Giannandrea parla, invece, questo sì, di accordi e di patti. E questo è legittimo, perché dall’antichità a oggi la nostra cultura democratica fonda proprio sui patti e gli accordi fra le parti il governo delle nazioni, e anche delle città. E dall’antichità fino a oggi, si è sempre ripetuto: pacta servanda sunt: i patti devono essere rispettati. Può anche accadere che i patti non vengano conservati, è vero, ma pure in questo caso: niente scandalo.

E poi, ancora: nella sua nota, il Sindaco scrive a Giannandrea di essere noioso, quando insiste nel ricordare che i voti dei Democratici Dinamici furono molto utili per eleggere un consigliere comunale alla Provincia. In questo caso, Petrarcone rimprovera Giannandrea per la sua precisione cronografica, ma scrive che <<il voto è espressione di un mandato popolare che deve trascendere da tattiche e strategie>>. Anche in questo caso, dobbiamo ammettere che Giannandrea ha una memoria più estesa rispetto a quella del Sindaco, il quale ha già dimenticato il clima teso nel quale si svolsero le elezioni provinciali.

Petrarcone non si sottrasse ai metodi usuali della partitocrazia, e utilizzò in quel caso, come gli altri, tutte le tattiche e strategie disponibili sul mercato, e non certo per esprimere un mandato popolare. Inoltre: l’espressione <<nell’interesse del bene comune>>, usata da Petrarcone nella nota, diventa una specie di frase idiomatica, come <<in nome del popolo italiano>> e <<in virtù dello spirito santo>>, che serve in questo caso a garantire un’azione straordinaria di polizia di fronte al dilagare di un disordine (che il Sindaco chiama <<continue incertezze>>) politico-amministrativo  che sta <<offuscando il lavoro che questa amministrazione ha sempre portato avanti ottenendo ottimi risultati>>.

Antonio Giannandrea

Assume questo tono la nota del Sindaco, ma l’intervista di Giannandrea chiede, invece, risposte di spiegazione, proprio per le assenze e i ritardi negli interventi a favore degli impianti sportivi in completo abbandono nella Città, o nel settore ambientale e nella tutela del territorio, e nella gestione dei rifiuti che ha bisogno di continui e estenuanti solleciti. Questo è il senso delle parole di Giannandrea, che continua a svolgere così il suo compito di consigliere popolare, anche nel suo obbligo democratico di informazione verso i cittadini elettori, e di controllo per conto degli stessi cittadini elettori.

Infine, la nota di Petrarcone ammette che, durante il passaggio della crisi di governo comunale, si era pensato insieme di avviare un cambiamento sostanziale nell’assetto della Giunta, con l’ingresso di nuove qualità, esterne al Consiglio. Per questo i Democratici Dinamici avevano suggerito due persone, lasciando al Sindaco l’esercizio di volontà per la scelta. Così è stato, e non certo, come ha scritto il Sindaco nella sua nota, un <<impegno a riconoscere un assessorato>>.

Su questo siamo chiari: un assessorato, per noi, non è un premio di fedeltà: non è un bingo, ma è l’assunzione diretta e forte di una responsabilità nel governo della Città e del suo territorio. Questo è, e questo non è stato. E l’ultima parte della nota, dopo le premesse, piglia un tono di sentenza monocratica che, dopo aver affermato paternalisticamente che <<la politica è una cosa seria>>, comunica a Giannandrea la decisione di escluderlo dalla maggioranza e di sollevarlo dal ruolo di delegato di Sant’Angelo. Questo è nei poteri di un sindaco, forse, ma non è nei poteri di un sindaco mischiare le capre coi cavoli.

Giuseppe Golini Petrarcone

Infatti: se questa nota è una nota burocratica, allora dev’essere scritta all’indirizzo dell’interessato, e non come un comunicato stampa. Se è una nota politica, allora dev’essere scritta coi toni e le valenze di un ragionamento che, della politica, ammetta la complessità e l’evoluzione. Se è una nota di propaganda elettorale, come sembra leggendo l’ultima frase dedicata a Sant’Angelo, allora quest’intento dev’essere dichiarato in calce. Ma, pure in questo caso, non ci sembrerebbe scritta bene.

Oltre alle capre coi cavoli, si confondono, in questa nota, i fatti i misfatti le opere e le omissioni. E si nega, nella sostanza, quella che nella nostra Europa, compresa la Germania, è diventata una consapevolezza: la democrazia è un esercizio complicato, ma fruttuoso. E la democrazia governante è una democrazia includente: che unisce, ma non esclude. Ecco perché noi pensiamo che questa nota non l’abbia scritta Petrarcone, che ha sempre mostrato prudenza, gioca a golf e ha fatto il classico. I Democratici Dinamici nascono per un desiderio, che è quello di contribuire a riformare l’azione politica. Anche Giuseppe?”                                                                                                              

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