FORMIA – “Damose da fa’ e volemose bene”. A Formia c’è bisogno di una nuova e necessaria forma di umanizzazione, di solidarietà sociale che parta dalle periferie e coinvolga direttamente i suoi quartieri laddove c’è un urgente bisogno di aggregazione e ma anche di spazi dove, facendo crescere l’essenza della comunità, rifiuti uno stereotipo di relativismo e di egoismo. E’ un messaggio “politico” – nel senso più nobile del termine- che il parroco della chiesa del “Cuore Immacolato di Maria”, il più conosciuto Villaggio Don Bosco, rivolge ai futuri protagonisti della prossima campagna elettorale che in primavera darà all’istituzione-Comune una nuova guida. Don Mariano Salpinone ricorda bene la frase che Papa Giovanni Paolo II rivolse qualche anno alla curia romana in occasione di un incontro del febbraio 2004 per l’inizio della Quaresima, un invito, in dialetto romanesco, a moltiplicare i propri sforzi per stare più vicino all’altro che si trova in difficoltà.
Don Mariano Salpinone la vocazione sacerdotale l’ha maturata proprio durante il lunghissimo pontificato del papa polacco ma ora prende in prestito la principale “mission” pastorale di Francesco ma andare ad incontrare le tante periferie che anche Formia – città di confine e di provincia – ha nel suo tessuto sociale ed economico. La conclusione, dopo 33 anni, dei travagliati lavori di realizzazione del complesso parrocchiale del Villaggio Bosco rappresenta un dono per Formia, a “servizio di quell’incontro e di quella crescita umana che è il senso di ogni “contratto sociale”. Don Mariano Salpinone è contento del fatto che la sua parrocchia con una serie di servizi, strutture e iniziative aggregative, sociali e culturali sia diventato un punto di riferimento per chi crede e per chi una fede non ce l’ha ma non dimentica – da diligente padre di famiglia – che sino al 2026 bisogna onorare gli impegni economici assunti per il completamento di una struttura per quale prima i Salesiani e poi tanti laici tanto impegnati si sono coraggiosamente prodigati.
Il parroco della chiesa del Villaggio Don Bosco nell’intervista video rilasciata a Saverio Forte si sforza, grazie alla sua riconosciuta diplomazia e modo di fare, di evitare polemizzare con l’ente-Comune per riguardo “i fatidici e tanto fantasiosamente discussi 30mila euro. Non rappresentavano un contributo alla Parrocchia ma, secondo la convenzione stilata con lo stesso comune, erano l’anticipazione per tre anni di 60 (sessanta) eventi pubblici annuali da realizzare sotto l’egida della stessa amministrazione comunale (160 euro a serata!)”. Questi fondi non sono stati ancora erogati ma il sacerdote di Acquatraversa ci conferma che sono stati tagliati di un terzo. Un altro schiaffo per il quale molto Cristianamente deve essere posta l’altra guancia: “Don Bosco ha insegnato al mondo che niente può impedirci di sognare in grande. Così proseguiamo ancora su altri progetti nell’attesa e nella ricerca anche di finanziamenti privati per la sistemazione della scarpata ed il parcheggio seminterrato oltre che per la sistemazione delle facciate degli edifici già esistenti.
Nell’umile attesa di continuare passo dopo passo nelle prossime “Fine Lavori”, sogniamo di continuare ogni giorno a contemplare il miracolo di giovani che si appassionano ai più piccoli, dedicandogli tempo ed affetti, anche per sostenere ed a volte riprendere in mano quella fatica educativa a cui tanti genitori oggi purtroppo tristemente si sottraggono”. E don Mariano conclude sottolineando una celebre frase di don Bosco “vi voglio felici nel tempo e nell’eternità”: “Facciamo nostra questa preghiera col desiderio di riuscire a continuare ad essere per Formia ancora presenza umile e discreta ma veramente simpatica e consolante…”
Saverio Forte
Intervista a Don Mariano Salpinone