Carceri sovraffollate, è allarme nel Lazio: Frosinone, Cassino e Latina tra i casi più gravi

ROMA – Nel carcere di Frosinone sono presenti 492 detenuti, circa 182 in più della capienza prevista. Mentre in quello di Cassino ne sono presenti 213, dieci in più. A Latina, nella struttura di via Aspromonte, a fronte di 76 posti regolarmente previsti vi sono 149 persone.

Ma la condizione degli istituti penitenziari del Lazio è pressoché generale: sono tutti ad essere sovraffollati. Civitavecchia, Rebibbia, Regina Coeli, Velletri: a livello regionale il dato complessivo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap) sui reclusi nei quattordici istituti della nostra regione è di 5.786 (672 in più rispetto ai 5.114 posti disponibili) di cui 412 donne e 5.374 uomini.

“Preoccupante – spiega Massimo Costantino, segretario generale aggiunto Fns Cisl – risultano essere, allo stato attuale, oltre al sovraffollamento degli istituti penitenziari, anche situazioni critiche createsi presso il carcere di Frosinone Pagliei, dove nel nuovo padiglione non risulta esserci un presidio di pronto soccorso per i detenuti, e quello del NC Civitavecchia, dove si intende aprire una sezione per l’accertamento delle infermità psichiche, ma con personale carente spostando come sempre la responsabilità nei confronti del personale di polizia penitenziaria”.

Per la Fns Cisl Lazio la condizione del personale e il malessere in tutte le sedi di servizio non può essere trascurato dal Governo e in particolare dal ministro Orlando. “E’ grave e superficiale immaginare che la gestione delle carceri possa essere fatta senza misure volte a migliorare il benessere del personale che sinora in silenzio ha lavorato in condizioni proibitive e con turni massacranti, senza avere la speranza di un cambiamento e un miglioramento complessivo delle proprie condizioni – conclude Costantino – Non è accettabile che la politica guardi solo alle problematiche certamente reali e delicate dei detenuti e trascuri chi opera con abnegazione e sacrificio per garantire un livello possibile di servizio di sicurezza nelle carceri italiane”.

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