SPERLONGA – Il 2017 è stato un “annus horribilis” per la comunità di Sperlonga che, come non mai, ha bisogno della vicinanza del suo pastore. Per questo motivo l’Arcivescovo di Gaeta, Monsignor Luigi Vari, ha deciso anche quest’anno di officiare nel tardo pomeriggio di domenica, 31 dicembre, il rito del Te Deum di ringraziamento lontano dalla chiesa Cattedrale o dal Santuario dell’Annunziata. Se il 31 dicembre 2016 aveva deciso di rimanere comunque a Gaeta celebrando il suo primo “Te Deum” nella chiesa periferica di Santo Stefano, quella ancora in fase di completamento in via degli Eucalipti, Monsignor Vari quest’anno ha optato per un’altra chiesa parrocchiale di secondo piano e meno conosciuta dagli addetti ai lavori, quella di Santa Maria Assunta in cielo a Sperlonga.
La decisione del presule della Chiesa del Golfo è simbolica da una parte – la chiesa parrocchiale di Sperlonga dista poche decine di metri dal palazzo municipale – ed è stata dettata dalla necessità di stare vicino ad una comunità scossa da tanti scandali di natura giudiziaria nel corso degli ultimi 365 giorni. Il 2016 era iniziato il 16 gennaio con la clamorosa inchiesta “Tiberio” che, culminata con gli arresti di nove persone, aveva smascherato l’esistenza di una commistione tra politica ed imprenditoria per la definizione ed aggiudicazione di alcuni appalti pubblici e proseguito con il sequestro giudiziario di un importante albergo in una zona in cui era prevista la realizzazione di tutt’altro e con il rinvio a giudizio per corruzione e concussione di diversi amministratori e tecnici comunali che – secondo Monsignor Vari – hanno creato nell’opinione pubblica un mix di disorientamento e della perdita di credibilità nei confronti dell’istituzione Comune.
La celebrazione del “Te Deum” di ringraziamento a “pochi passi” dal comune più marcato dall’autorità giudiziaria in provincia di Latina è stata anticipata da una decisione del Tribunale del Riesame che, sciogliendo la riserva in seguito dell’annullamento con rinvio deciso dalla Quarta sezione penale della Cassazione, ha “riabilitato” una discussa scelta urbanistica e di pianificazione del territorio operata dal comune. Sono state, infatti, dissequestrate le opere che rientrano nel piano integrato di Sperlonga, su aree per circa 140mila metri quadrati che hanno un valore di 100 milioni di euro. I sigilli – come si ricorderà – erano stati apposti due anni e mezzo nell’ambito di una delicatissima inchiesta per lottizzazione abusiva promossa dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano. Se il procedimento penale per tre indagati è tuttora in corso, il Riesame per certi versi rilancia operativamente il piano integrato del 1999 e il successivo progetto di completamento: lotti inedificati o in costruzione, strade e anche parcheggi, con relativi mancati incassi per le casse pubbliche.
Queste aree di Sperlonga tornano nella piena fruibilità e la sentenza del Riesame è “figlia” dell’annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione che aveva rilevato una serie di carenze motivazionali in precedenza da parte dello stesso Tribunale della libertà: per lo più “carenze argomentative” e «motivazione apparente ovvero inesistente» con riferimento all’ordinanza del Tribunale del Riesame emessa a novembre 2016 che confermava la misura cautelare.
Saverio Forte