GAETA – Il gioco d’azzardo ha oramai invaso il nostro Paese: nel 2016 l’Italia ha speso quasi 95 miliardi di euro, cifra che eguaglia i consumi alimentari ed è superiore alle spese per il riscaldamento domestico e alle cure mediche e dentali. Dal 2005 la spesa in azzardo è aumentata del 350% e l’Italia è il primo Paese in Europa in consumo di azzardo con il triste primato di essere un terreno fertile per la sperimentazione di forme sempre più sofisticate e pericolose di azzardo. Dietro alla varietà di offerta di slot machine, “gratta e vinci” e lotterie si nasconde l’inferno delle dipendenze patologiche, la rovina di intere famiglie, la perdita della dignità e del lavoro di chi ne è vittima.
Nei 17 comuni ricadenti all’interno dell’arcidiocesi di Gaeta (Ausonia, Coreno Ausonia, Santi Cosma e Damiano, Castelforte, Minturno, Spigno Saturnia, Formia, Ponza, Ventotene, Gaeta, Itri, Campodimele, Sperlonga, Fondi, Monte San Biagio, Lenola, Pastena) alla luce dei dati pubblicati dal Gruppo Editoriale GEDI, si confermano le preoccupazioni e i timori di coloro che da più anni stanno avvertendo della diffusione capillare di macchinette e biglietti mangiasoldi e promuovendo la consapevolezza che l’azzardo è “l’eroina del terzo millennio”, che produce gravi conseguenze per ragazzi, adulti ed anziani.
Nei suddetti comuni la media della giocata pro capite nel 2016 è stata di circa 900 euro, il doppio di quella nazionale ammontante a 445 euro, mentre l’incidenza della spesa media per l’azzardo sul reddito è stata di circa il 6%. In totale sono presenti 1250 slot machine con una media di 7,5 apparecchi per 1000 abitanti; solo a Ventotene non sono presenti.
L’azzardo è ramificato sia nei Comuni grandi che in quelli piccoli come dimostra il fatto che Santi Cosma e Damiano, Comune con appena 7000 abitanti, ha il primato di 11,5 apparecchi per 1000 abitanti. Il comune che spende di più in assoluto per l’azzardo è Formia, con la giocata pro capite di circa 1400 euro all’anno; seguono gli altri con spesa superiore alla media nazionale come Minturno, Santi Cosma e Damiano, Ponza, Fondi, Itri, Spigno, Gaeta, Castelforte.
Fatta eccezione per Formia e Gaeta, le altre sono cittadine dove il reddito pro capite è al di sotto della media nazionale e quindi per loro vale la considerazione che sono Comuni dove si guadagna poco e si spende tanto per l’azzardo. Per le menzionate cittadine, la presenza di slot machine è alta (7.9 per mille abitanti) e questo favorisce l’accesso all’azzardo con una spesa pro capite di 980 euro e quindi la diffusione di comportamenti compulsivi. Il secondo gruppo di comuni, in ordine decrescente per valore di giocata pro capite, è composto da Campodimele, Monte San Biagio, Coreno Ausonio, Pastena, Ausonia, Sperlonga, Lenola e Ventotene; in questo gruppo la presenza di apparecchi per l’azzardo è di 4.7 per mille abitanti e la spesa pro capite è di 309 euro.
In attesa del decreto di riordino del gioco d’azzardo e per limitare le pesanti conseguenze dell’azzardo, il tavolo di lavoro della Caritas diocesana di Gaeta richiede che si agisca a livello di Distretto Sanitario emanando regolamenti comuni in ogni città con l’obiettivo di incoraggiare gli esercenti a disfarsi delle slot machine, inserendo norme più restrittive per l’ubicazione delle sale gioco o delle macchinette mangiasoldi nei locali commerciali.
Procedure simili sono state adottate dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che ha emanato un regolamento, con carattere retroattivo, per spegnere tutte quelle slot (oltre il 90 per cento) che violano le disposizioni sulle distanze: mai a meno di 500 metri da luoghi cosiddetti sensibili come scuole, ospedali, impianti sportivi, luoghi di culto, banche, istituti di credito o stazioni ferroviarie.