FORMIA – Ha creato un vespaio di polemiche la nostra anticipazione sulla convocazione lunedì mattina, alle ore 9, presso l’aula consiliare dell’Amministrazione provinciale di Latina dell’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 che, tra i diversi argomenti all’ordine del giorno, dovrebbe e/o potrebbe costituirsi contro il comune di Formia per aver promosso lo scorso dicembre un ricorso davanti il Tar del Lazio contro la sempre possibile installazione nella zona di Molo Vespucci dei discussi impianti di dissalazione. Il ricorso sostenuto dall’ex Giunta Bartolomeo e redatto dagli avvocati Domenico Di Russo e Sabrina Agresti definisce “incoerente” (sul piano tecnico-amministrativo) la decisione della segreteria tecnica operativa dell’Ato 4 che ha concluso positivamente il 2 ottobre scorso con il verbale numero 13358 l’iter autorizzativo per il ricorso ai dissalatori per fronteggiare la perdurante emergenza idrica quando il suo organo squisitamente più politico – l’assemblea dei sindaci dell’Ato 4 .- il 26 luglio 2017, dell’allora amministrazione comunale Pd-Forza Italia, aveva stralciato all’unanimità i dissalatori dal piano per l’emergenza idrica perché inquinanti e non risolutivi della carenza idrica.
Che possa svolgere ora un ruolo determinante e risolutore il commissario Prefettizio del comune di Formia Maurizio Valiante è la candidata a sindaco del movimento “Città in comune” Paola Villa. Gli ha scritto una lettera aperta chiedendo di intervenire presso la conferenza dell’Ato 4 (cosa che puntualmente farà personalmente lunedì con i vertici dell’avvocatura comunale) “mantenendo e sostenendo le motivazioni che sono addotte nel ricorso al Tar Lazio fatto dall’amministrazione comunale dimissionaria”. Paola Villa ha sollecitato l’avvocato Valiante a farsi portavoce, presso la Conferenza dei sindaci, della volonta’ popolare di “non volere l’installazione dei dissalatori come sancito in sede istituzionale dalla deliberazione di Consiglio Comunale di Formia l’11 luglio 2017. E’ stato piu’ volte evidenziato che l’intero territorio del sud pontino non sia stato nei mesi scorsi caratterizzato da una carenza d’acqua, legata al depauperamento delle sorgenti, ma legate all’enorme percentuali di dispersioni idriche di rete, che si attestano intorno al 70%. Dispersioni confermate dall’ente gestore e a tutt’oggi, dopo circa 154 giorni di interruzioni idriche programmate, dopo l’espletamento di due bandi di gara per la manutenzione straordinaria, risultano ancora in essere sull’intero territorio del comune di Formia”.
Insomma la professoressa Villa rivolge l’invito ai sindaci e ai rappresentanti dei 38 comuni dell’Ato 4 “di tener fede alla deliberazione adottata da loro stessi il 26 luglio 2017 in conferenza dei sindaci, dove all’unanimità’ si votava per stralciare la messa in opera dei dissalatori presso il porto commerciale di Formia”. Questa iniziativa, politicamente significativa, della Villa segue quella di alcuni giorni fa quando sollecitato il ritiro del decreto, il numero n. M00002, con cui il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti il 15 dicembre scorso aveva, a sua volta, nominato “il soggetto attuatore per la realizzazione e gestione degli interventi urgenti previsti nel Piano di Interventi per la crisi idrica della Regione Lazio 2017 ( ordinanza n. 474/2017)”. Nel decreto viene evidenziato che per i comuni appartenenti all’Ato 4 (38 comuni, di cui 32 della provincia di Latina, 4 della provincia di Frosinone e 2 della provincia di Roma) la Regione Lazio aveva decretato uno stanziamento di oltre 6 milioni di euro per finanziare tutte le misure urgenti decise nel Piano di Emergenza Idrica del luglio 2017. Con lo stesso provvedimento del presidente Zingaretti veniva finanziata con un milione 530mila euro la messa in opera dei dissalatori presso il comune di Formia e veniva nominato il legale rappresentante della società Acqualatina spa come soggetto attuatore per la realizzazione del piano di interventi per l’Ato4.
Vuole perseguire una diversa metodologia di comportamento il primo (in assoluto) candidato a sindaco presentatosi per le amministrative di primavera, Mario Taglialatela di “Formia Viva 2018: “E’ nostra intenzione porre in atto tutte le strategie attuabili per costringere Acqualatina ad assolvere agli impegni assunti da contratto. Ci interessa, in particolare, la definitiva ristrutturazione della rete idrica che nel nostro comprensorio presenta una dispersione del 70 % come risulta da indagini svolte dalla stessa società Acqualatina e comprendere che fine abbiano fatto i fondi destinati al recupero funzionale della rete idrica. E’ necessario mettere Acqualatina di fronte alle proprie responsabilità e manchevolezze , ma tutto ciò si può, anzi si deve fare con il serio e costante coinvolgimento di tutti i sindaci dei comuni interessati . Per quanto riguarda i dissalatori l’amministrazione comunale uscente ha già deliberato l’opposizione all’istallazione di dissalatori a Formia, decisione che condividiamo pienamente essendo questa una soluzione che, secondo i più recenti studi, potrebbe danneggiare l’habitat marino già seriamente compromesso”.
Insomma la politica, almeno localmente, dice non volere i dissalatori, un’altra politica – quella romana e gerarchimente superiore – va controcorrente e, smentendo quella formiana (al momento o, forse, da tempo troppo inesistente), con una serie di artifici normativi sta autorizzando Acqualatina ad effettuare “a tutti i costi” investimenti riguardanti la dissalazione quando le emergenze, quelle vere, sono altre.
Saverio Forte
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