SPERLONGA – “Per ora è una replica solo parziale ma che evidentemente, considerato il parere negativo, conferma tutti i nostri dubbi sulla possibilità di realizzare, da parte di una società privata, un centro sportivo con elisuperficie nei pressi della strada statale 213 Flacca a Sperlonga”. Così Gaia Pernarella, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, commenta in prima analisi la risposta dell’Assessorato alle Politiche del Territorio e Mobilità all’interrogazione a risposta scritta presentata a novembre anche all’Assessorato ai Rapporti con il Consiglio, Ambiente e Rifiuti.
“Nel merito delle proprie competenze e riallacciandosi alla Conferenza dei Servizi tenutasi il 15 novembre scorso a Sperlonga, l’assessorato presieduto da Michele Civita è intervenuto sulla quarta delle cinque domande che avevamo posto ovvero “se ritenesse opportuno tutelare uno dei pochi spazi rimasti liberi da antropizzazione con diversi vincoli apposti di natura statale, regionale ed europea”, peraltro esprimendosi con la perentorietà di una sentenza: “il progetto proposto per il quale risulta necessario produrre variante urbanistica al vigente PRG non può essere assentito”.
Per chi non lo ricordasse, come ci hanno segnalato gli attivisti di Sperlonga che ci chiesero di verificare l’iter amministrativo, la società Albasete, nel luglio 2015 aveva avanzato un progetto per la realizzazione, nei pressi del noto albergo sequestrato al Sindaco di Sperlonga, di cinque campi di calcetto, tre campi da tennis, sei campi pratica golf, una piscina, magazzini, spogliatoi e locali tecnici, elisuperficie con relativi parcheggi. Un’idea senza dubbio notevole e di interesse ma inapplicabile senza una variante al Piano Regolatore peraltro di difficile se non impossibile attuazione considerate, tra le altre riserve espresse dall’Assessorato, che le strutture sarebbero state realizzate in un’area a meno di trecento metri dalla linea di battigia, con un indice di edificabilità territoriale modestissimo e classificata come “paesaggio naturale agrario”, di salvaguardia ambientale e dove – conclude la Pernarella – ogni ulteriore cementificazione, anche solo per realizzare una strada, avrebbe creato un problema serio anche al deflusso delle acque piovane”.