GAETA – Cambiare radicalmente la logica di gestione dell’acqua potabile, ma non necessariamente riportarla ad una gestione pubblica al 100%. Sono le linee della mozione inserita dalla presidente Giuseppina Rosato al primo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale venerdì 26 gennaio con la dizione “tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. “Nel documento posto a votazione – spiega il consigliere comunale Emiliano Scinicariello – il comune chiede al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di rimettere in moto il processo di ripubblicizzazione come previsto dall’esito referendario e dalla legge regionale”. Il modello proposto tiene conto dei sub bacini idrografici, come individuati dalla recente delibera di giunta regionale 54 del 21 dicembre 2017. “Gli attuali ambiti territoriali – suggerisce Scinicariello – sono stati definiti per raggiungere economie di scala, soprattutto per fare servizi sulla rete. In pratica però, dal punto di vista operativo, l’idea si è tradotta in un affidamento ai soggetti privati di tutte le funzioni, dalla sorgente al rubinetto”. Con la mozione, in linea con quanto presentato dal consigliere Rosa Giancola in ambito regionale, si vuole invertire questa logica. “Invece di gestire la rete si è mirato a fonti, pozzi, dissalatori il cui prodotto poi, alla fine, ha una altissima dispersione nel terreno. Studi effettuati dimostrano senza ombra di dubbio che la resa di un investimento sulla rete è superiore alla resa di un investimento su un dissalatore”.
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