MINTURNO – Alle 19,41 del 25 gennaio 2016 il ricercatore universitario Giulio Regeni inviava il suo ultimo messaggio prima di far perdere le proprie tracce. Due anni dopo, in tutta Italia, in tanti sono scesi in piazza al fianco di Amnesty International per chiedere la verità sulla morte del giovane triestino. E lo hanno fatto accendendo candele di colore giallo, proprio alle ore 19.41. Un orario simbolico ma pregno di significato. Anche a Minturno si è svolto un sit-in questa sera di fronte il palazzo municipale organizzato da Amnesty di Formia. All’evento hanno aderito l’amministrazione comunale di Minturno e diverse associazioni, oltre che singoli cittadini. Sono state accese delle candele, in una fiaccolata simbolica per tenere viva una luce contro il buio di una vicenda che ad oggi ha ancora dei lati oscuri. Come hanno spiegato gli attivisti di Amnesty portare nelle piazze le candela gialle rappresenta un abbraccio fortissimo di sostegno di tutta la Nazione intorno a Giulio e alla sua famiglia. Al termine del sit-in è stato apposto dall’assessore alla cultura Mimma Nuzzo uno striscione sul balcone del Comune di Minturno con sopra scritto “Verità per Giulio Regeni“.
La brutale uccisione di Giulio Regeni ha scioccato il mondo, ma ha anche acceso i riflettori sul metodo delle sparizioni forzate praticato oggi in maniera sistematica in Egitto e che i ricercatori di Amnesty International hanno documentato attraverso fatti e testimonianze. Fin da subito è partita una grande campagna e migliaia di persone, enti, scuole di tutta Italia hanno esposto striscioni con la richiesta di verità per Giulio Regeni.
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