Cronaca

Camorra, latitante di Ponticelli arrestata a Gaeta: in manette Carmela Ricci

GAETA – Prima Filippo Ronga a Formia, poi Antonio Polverino a Cassino e ora Carmela Ricci a Gaeta. Tutti e tre ufficialmente latitanti di camorra che per sfuggire ai provvedimenti restrittivi dell’autorità giudiziaria avevano scelto questi tre importanti centri del Basso Lazio. L’ultima a finire in manette, in ordine di tempo, è stata nella serata di martedì proprio Carmela Ricci, la madre di un affiliato al clan Di Micco, Antonio De Martino, e moglie di Francesco, un tempo aderente al disciolto clan Sarno.

La donna, di 49 anni, un mese fa – era il 30 dicembre – era stata arrestata dagli agenti del commissariato di Polizia del quartiere napoletano di Ponticelli che all’interno di una stanza nascosta dietro l’anta di un armadio le sequestrarono un mini arsenale di camorra: una pistola Tanfoglio, con matricola abrasa, completa di 22 cartucce calibro 380, nonché due caricatori ed un lampeggiante, del tipo in dotazione alle forze dell’ordine. La Ricci rimase in carcere sino al 18 gennaio quando le fu notificato un provvedimento di divieto di dimora nella Regione Campania, emesso dal Gip del Tribunale di Napoli. La 49enne comunicò che sarebbe andata a vivere ad Ardea, sul litorale romano, quando – il 22 gennaio – la Dda di Napoli ha chiesto ed ottenuto dal Gip una nuova ordinanza di custodia cautelare per la donna con le accuse di detenzione abusiva di armi, ricettazione aggravata con l’aggravante di appartenenza a fatti di gravità camorristica.

Gli agenti del commissariato di Ponticelli e della Squadra mobile di Napoli ad Ardea non erano riusciti a trovare la donna, a Gaeta sì: l’hanno bloccata in un monolocale in via Lungomare Caboto prima di essere trasferita a Rebibbia. Gli accertamenti ora sono finalizzati ad capire se la donna si sia mai trasferita ad Ardea e la rete di protezione di cui avrebbe goduto in questi giorni a Gaeta e, nello specifico, chi le avrebbe messo a disposizione – un familiare, un conoscente? – l’abitazione di via Lungomare Caboto.

Saverio Forte

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