ITRI – Il travagliato rimpasto in Giunta operato in tempi da record dal sindaco di Itri Antonio Fargiorgio ha provocato – politicamente – morti e feriti. E l’elenco potrebbe ora anche drammaticamente allungarsi mettendo in seria discussione la vita dell’amministrazione comunale rinnovata nel voto del giugno 2016. L’ingresso in Giunta dei forzisti Andrea Biase e di Tiziana Ialongo al posto dei dimissionati vice-sindaco e assessore alla cultura Paola Soscia ed assessore ai lavori Pubblici Salvatore Ciccone potrebbe aver accelerato la realizzazione di una fase politica inimmaginabile sino a qualche settimana fa: la presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti della Giunta che sostiene il sindaco di Itri. Ci sta lavorando il gruppo consiliare dei “Fratelli d’Italia-Itri Nostra” – i consiglieri Elena Palazzo e Giuseppe Cece – in stretta collaborazione con il battagliero Osvaldo Agresti del Movimento cinque Stelle e della parte più a sinistra dell’attuale opposizione, i consiglieri Luca Iudicone e Paola Ruggieri.
Naturalmente le mozioni di sfiducia rappresentano sempre una perfetta somma algebrica che per essere operative necessitano di una compiutezza numerica che al momento ,naturalmente, non c’è. Ecco perché contatti, dopo il drammatico consiglio di mercoledì, sono stati avviati con altri e necessari sottoscrittori. I primi due sono gli assessori “tagliati” dal sindaco Fargiorgio , Paola Soscia, e il “mio carissimo amico d’infanzia” Salvatore Ciccone ma per arriva a meta c’è bisogno di almeno altre due firme . Nella maggioranza consiliare i mal di pancia non mancano e a chiedere di far uso di una massiccia dose di Malox sono due donne consigliere. La prima è la delegata al patrimonio e al contenzioso Vittoria Maggiarra che, in occasione del rimpasto di questi giorni in Giunta, attendeva una promozione in pianta stabile nell’esecutivo Fargiorgio dopo aver accettato, peraltro, di “sacrificarsi” candidandosi alla Regione per una una delle liste civiche del presidente uscente Nicola Zingaretti. E invece la Maggiarra è rimasta al suo posto, spettatrice della nomina ad assessore alla Pubblica Istruzione, Affari Generali (delega che ricopriva la stessa Maggiarra) e attuazione del programma della collega avvocata Tiziana Ialongo.
Contatti sono stati avviati con la nona consigliera possibile firmataria della mozione di sfiducia, Enza Simeone, che alla seduta consiliare di mercoledì era assente. Intanto i tagli dell’ex vice-sindaco Paola Soscia e dell’ex assessore Salvatore Ciccone sono stati pesantemente censurati dall’associazione “Itri nel cuore”, dal cui ambito sono maturate nel giugno 2016 le elezioni della Soscia (prima degli eletti) e di Ciccone. Il post pubblicato su facebook viene inaugurato dalla celeberrima frase di Martin Luther Kinh junior (“Le nostre vite cominciano a finire nel giorno in cui non diciamo più nulla sulle cose che contano”) dietro il quale ci sarebbe un personaggio politicamente significativo del panorama itrano e non solo, l’ex assessore ed consigliere provinciale Claudio Cardogna. Esordisce parlando di un “Inizio del declino”, condividendo il commento che “circola in questi giorni, sui social, sui media e in modo più pulsante alla “piazza” o per la “via”. La critica rivolta al Sindaco di Itri Fargiorgio è di aver messo da parte (c’è chi dice: si è fatto imporre di mettere da parte, che è molto più grave!) “una porzione consistente della componente civica della compagine amministrativa della sua maggioranza così come scaturita dal voto popolare. Il venir meno ad un patto sancito con gli elettori che hanno votato la lista civica per “Fargiorgio sindaco” composta da persone senza una specifica appartenenza partitica e persone che sono state indicate da partiti !?!?! nel momento che una componente viene messa in disparte, rimanendo di fatto una compagine di solo riferimento partitica è fare una cosa per la quale non si è stati legittimati dalla volontà popolare.
Il tradimento è così consumato! – aggiunge il commento di “Itri nel cuore” – Oggi a Itri, dopo due anni dal suo insediamento, si dice per la “piazza” e per la “via” che vi è una Amministrazione non rappresentativa della volontà popolare! Certamente l’allontanamento dalla Giunta Comunale di due persone, ampiamente suffragate da un personale e massiccio consenso elettorale, come la professoressa Paola Soscia e l’avvocato Salvatore Ciccone le cui qualità umane e professionali, assieme alla loro onestà intellettuale, tutti elementi non facilmente riscontrabili tra il personale che si mette a disposizione per l’amministrazione della propria cittadina, è qualcosa che la “piazza” e la “via” non perdona al Sindaco Fargiorgio. Le argomentazioni addotte nell’ultimo consiglio comunale sono l’ammissione di una sua cessione di sovranità e onorabilità alla causa dei partiti!?!?!? perdendo tutto di un colpo quello che doveva essere la sua forza, autonomia ed autorevolezza, promesse in campagna elettorale e accordategli con ampio suffragio dal corpo elettorale. La percezione di un tradimento di un patto come è quello che si stipula con gli elettori ai quali si è promesso autonomia e autorevolezza , regolarmente concessa con una ampio consenso elettorale e poi si diventa sottoposti di sedicenti partiti!?!?!? non è il mancato assolvimento di un punto programmatico ma è “il tradimento”, “la delusione”.
La nettezza del giudizio della “piazza”, della “via”, indica l’inizio di un declino, oggi sono state bruciate sull’altare sconsacrato del Dio Partito!?!?!? le teste di Paola e Salvatore ma già da subito quell’altare vorrà bruciare altre teste. Un buon pastore ama e difende anche l’ultima pecora del suo gregge perché è il suo capitale, è la sua forza, non può fare patti con i lupi, prima o dopo, presumibilmente prima, i lupi svolgeranno, naturalmente, il proprio compito, metteranno a repentaglio il suo gregge, cioè il suo patrimonio.”
Saverio Forte