FORMIA – Tutto come previsto. O quasi. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i primi dei 13 indagati dell’inchiesta “Dusty Trade” che sono comparsi davanti al Gip per l’interrogatorio di garanzia dopo essere stati i destinatari di una severa ordinanza di custodia cautelare richiesta dai sostituti procuratori Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo della Procura di Latina con l’accusa di corruzione all’interno di due uffici chiave del fisco pontino: l’Agenzia delle Entrate e la Commissione tributaria provinciale. L’interrogatorio più atteso riguardava il 74enne Enzo De Meo, il giudice non togato di Formia della commissione tributaria accusato di aver chiesto una somma di 3000 euro ed un posto di lavoro per la nuora per alleggerire i contenziosi di una società di Aprilia, la “Jeil servizi società cooperativa”.
De Meo, difeso dagli avvocati Andrea Di Croce e Giuseppe Masiello, è comparso davanti il Gip del Tribunale di Cassino, Salvatore Scalera che avrebbe dovuto interrogarlo su rogatoria dell’omologa del Tribunale di Latina Mara Mattioli. De Meo, recluso nel carcere della città martire dopo essere stato arrestato mercoledì proprio nella sua abitazione di Formia, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Molto provato sul piano psicologico dopo due giorni di detenzione, l’ex funzionario della direzione sanitaria dell’ospedale “Dono Svizzero” ha dichiarato al Gip Scalera di non aver percepito mai alcuna somma di denaro e tanto meno preteso un lavoro stabile per la nuora in cambio di un occhio di riguardo nei confronti della posizione tributaria della società “Costruzioni V srl” di Aprilia. Anzi, De Meo ha specificato che le sentenze non le produceva soltanto lui ma collegialmente i componenti della commissione provinciale tributaria che erano tre…
Se il collegio difensivo di De Meo ha preannunciato un ricorso al Riesame qualora l’arresto venisse convalidato personalmente dal Gip Mattioli, davanti allo stesso magistrato, ma a Latina, sono comparsi contemporaneamente altri due imputati con cui ha avuto a che fare De Meo per chiedere soldi ed il lavoro per la familiare. Ma sia il commercialista che l’amministratore della società di Aprilia, Salvatore Martano e Giovanni Vartolo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Ha parlato il solo dipendente dell’Agenzia delle Entrate di Latina Andrea Nicastro, che ha ammesso come i soldi oggetto del sistema di corruzione gli servissero per acquistare la cocaina per uso personale. Proseguiranno lunedì gli interrogatori di garanzia per gli altri indagati che hanno beneficiato degli arresti domiciliari.
Saverio Forte