MINTURNO – Il silenzio assordante della politica del Golfo sul contenuto dell’ultima e pesante relazione della Commissione parlamentare antimafia presentata ai due rami del parlamento prima del voto politico del 4 marzo prossimo. Il suo, poi, non vuole essere un intervento a gamba tesa negli scampoli conclusivi di una “deludente” campagna elettorale – così si esprime – ma è frutto di un dovere di un cristiano, per di più di un sacerdote, che “non vuole, non può rivolgere lo sguardo altrove”. L’ultima relazione della commissione antimafia illustrata al Senato dal Presidente Rosy Bindi per Don Simone Di Vito è una “stata un’inquietante e preoccupante conferma”. Il parroco della chiesa di Sant’Albina a Scauri, vicario foraneo di Minturno e direttore dell’ufficio diocesano per i problemi sociali,del lavoro e del creato parla del Basso Lazio, ha deciso (chissà se a insaputa delle gerarchie ecclesiastiche locali) di prendere carta e penna dopo qualche giorno in attesa di “registrare eventuali commenti della politica”. Che non mai arrivati, però! Lo dichiara in un’importante intervista video rilasciata a Saverio Forte in cui attende la presa di posizione, preoccupata, della politica alle considerazione della commissione parlamentare che considera il sud-pontino (le città di Formia, Gaeta e Minturno) “una zona di presenza delle organizzazioni criminali e quella di Fondi come un’altra “area di interesse”.
Praticamente per don Simone Di Vito “il territorio della Diocesi di Gaeta! Il parroco di Scauri sostiene che rileggendo l’ultima (in ordine di tempo) relazione della commissione parlamentare antimafia “si rimane sgomenti: nulla si è modificato rispetto al passato, anzi… E allora la prima cosa da fare è riflettere tutti su questa inquietante situazione! Né allarmismi emotivi né acquiescenza alle situazioni, ma presa di atto che il problema esiste. E allora un sussulto di orgoglio civico e credente per partecipare più attivamente alla vita della città con il proprio contributo di idee e di realizzazioni a partire dalle proprie responsabilità in famiglia. Occorre battersi per la legalità, a iniziare dalle piccole cose di ogni giorno! E poi… educazione, cultura, welfare, innovazione dei processi produttivi, buon governo della cosa pubblica e istituzioni trasparenti: devono essere i pilastri dell’impegno contro la crescita della corruzione, della criminalità organizzata e dell’illegalità.
Le Comunità dei credenti predichino e pratichino di più i valori del Vangelo e si sporchino le mani per un impegno serio e fattivo a collaborare per costruire una città a dimensione di valori veri ed efficaci. Un appello perché le nuove generazioni non siano affascinati dal tintinnio di denaro, di vita facile percorrendo scorciatoie di ogni sorta: i giovani partecipino alla vita della città con il loro contributo di idee e di sogni da proporre per la realizzazione!”
Intervista a Don Simone Di Vito