Politica

Elezioni Regione Lazio: Nicola Zingaretti si riconferma presidente con il 34%

ROMA – Nel tracollo nazionale del centrosinistra un fortino sembra resistere ed è la Regione Lazio: Nicola Zingaretti, alla guida di un’ampia coalizione che comprende anche LeU, conferma il bis, primo governatore nel Lazio ad essere rieletto. Una impresa davvero storica per due motivi: da una parte perché nel Lazio non si confermava un’amministrazione regionale uscente da decenni, dall’altra perché vince nella Waterloo del Pd a livello nazionale. Zingaretti riesce a strappare una vittoria sudata, partita in discesa ma finita in salita, con una Roberta Lombardi insidiosa e uno Stefano Parisi in rimonta che fino all’ultimo hanno cercato di erodere il bottino di voti del Governatore. A scrutinio ancora in corso, Zingaretti si è attestato al 34%, Stefano Parisi al 30,6%, segue Roberta Lombardi al 27,1%. In fondo Sergio Pirozzi al 4,5%. Zingaretti al secondo mandato rappresenta una vittoria importante nella tempesta che travolge il partito di Renzi e, scostandosi dal dibattito nazionale, si avvale dell’apporto anche di Leu, oltre che di Insieme, +Europa, Lista Civica Nicola Zingaretti e Centro Solidale per Zingaretti.

Roberta Lombardi – Nicola Zingaretti – Stefano Parisi

Parisi-Lombardi incollati
Del resto il partito di Pietro Grasso ha scelto di sostenere Zingaretti perché con il suo programma garantiva “una svolta a sinistra”. Fuori dalla coalizione invece la lista Civica Popolare di Beatrice Lorenzin, che ha appoggiato la corsa dell’ex veltroniano Jean-Léonard Touadi. L’unico rischio per Zingaretti bis è quello di una maggioranza debole in consiglio, questo almeno sembrano per ora disegnare i dati. Parisi e Lombardi hanno inseguito il governatore fino all’ultimo. Roberta Lombardi, candidata pentastellata ferma al 27,1%, nonostante il M5s si laurei primo partito della regione un po’ ovunque. Parisi si attesta al 30,6%, in crescita nelle ultime settimane sull’onda nazionale. La sua rimonta ha sofferto certamente dell’erosione a destra firmata Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice irremovibile nella sua corsa solitaria. Ma del resto Zingaretti vince ovunque, a Roma in particolare, ma anche nella terra di Pirozzi, Accumuli e Amatrice, zone che portano i segni del terremoto.

Unico rappresentare vincente del centrosinistra
Ora Zingaretti si ritrova solo, nel panorama nazionale, a rappresentare un centrosinistra vincente, in una formula estesa – non-renziana – che alla luce delle dimissioni del segretario apre, secondo molti osservatori, una partita che potrebbe spingere il neo-governatore-bis verso le porte del Nazareno. Il successo di Zingaretti, oltre che dal lavoro amministrativo degli ultimi 5 anni – in particolare l’uscita dal commissariamento sanitario, il rinnovo delle flotte gomma e ferro per i pendolari, il risanamento finanziario – nasce infatti dalla ampia coalizione che è riuscito a coagulare attorno a sé. In particolare l’accoppiata Pd-LeU – non riuscita in Lombardia – è stata dirimente; poi i radicali di +Europa, i socialisti-verdi di Insieme e due liste civiche che hanno fatto la differenza: quella omonima del presidente (che include anche pezzi degli ex-Pisapia e Sel) e il Centro solidale, di forte impronta cattolico-sociale. La sinistra ampia e unita che riesce a vincere. Ora nel Pd più di uno scommette che è da qui, dalla ridotta del Lazio e del suo governatore, che bisognerà ripartire.

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