FORMIA – Le risultanze investigative del Comando provinciale di Latina della Guardia di Finanza, peraltro condivise dai sostituti procuratori Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo, sono state soltanto “mere supposizioni”. L’aspetto corruttivo, poi, non è stato suffragato da alcun elemento probatorio. Queste due considerazioni del collegio difensivo hanno convinto il Tribunale del Riesame a modificare parzialmente l’ordinanza di custodia cautelare emessa il 21 febbraio scorso dal Gip del Tribunale di Latina Mara Mattioli nei confronti del 74enne Enzo De Meo, il giudice non togato di Formia della commissione provinciale tributaria accusato di aver chiesto una somma di danaro 3000 euro e un posto di lavoro per la nuora per alleggerire i contenziosi di una società di Aprilia, la “Costruzioni V srl”. L’uomo, difeso dagli avvocati Andrea Di Croce e Giuseppe Masiello, dopo 14 giorni trascorsi nel carcere di Cassino ha potuto ottenere così i domiciliari presso la sua abitazione di via Togliatti – non molto lontano dall’ospedale “Dono Svizzero” – contestando, per certi versi, il castello accusatorio messo su della Procura di Latina che aveva chiesto, invece, per lui e per altre 12 persone l’arresto nell’ambito dell’inchiesta “Dusty Trade”. I giudici del Tribunale della libertà hanno accolto, pertanto, il ricorso della difesa dell’ex funzionario dell’ufficio ragioneria del polo ospedaliero sud dell’Asl di Latina che sosteneva l’”inadeguatezza” e la “sproporzionalità” della misura restrittiva rispetto all’unico capo di imputazione per il quale è indagato De Meo e, in particolare modo, a due distinte e compiacenti sentenze emerse dopo 18 lunghi mesi di indagini e di intercettazioni telefoniche e ambientali.
De Meo ha specificato nel ricorso come l’ordinanza del Gip Mattioli sia stata tardiva e poco attuale rispetto al periodo – tra il marzo e il maggio 2016 – in cui avrebbe commesso il reato. Gli avvocati Di Croce e Masiello hanno lamentato nell’istanza al Riesame la mancata applicazione di una legge del 2015 che, modificando l’articolo 274 del Codice di procedura penale, sostiene come l’emissione di un’esigenza cautelare, peraltro notificata ad un uomo ultrasettantenne e cagionevole di salute, debba rispettare due criteri oggettivamente inequivocabili: la concretezza e l’attualità del reato commesso… Lo stesso collegio difensivo di De Meo ha anche ricordato come le sentenze non le produceva soltanto lui ma collegialmente i componenti della commissione provinciale tributaria che erano tre…. E il lavoro promesso e concesso alla nuora del giudice non togato? Il colloquio di lavoro la donna l’avrebbe effettuato dopo quasi un anno dalle sentenze favorevoli della commissione provinciale tributaria e neanche presso la società di Aprilia beneficiaria dei provvedimenti di riguardo di cui sarebbe stato promotore De Meo. E poi – infine – un retroscena: in effetti la nuora del 74enne un impiego l’ha ottenuto ma dopo quattro ore di lavoro rassegnò irrevocabilmente le dimissioni…
L’inchiesta “Dusty Trade” è stata considerata un prosieguo, un’appendice finale di un’altra operazione di polizia giudiziaria ,“Super Job” culminata a metà febbraio con l’arresto di 18 persone. Il lavoro della Finanza era stato favorito dalle immancabili intercettazioni telefoniche e ambientali che avevano permesso di ricostruire un vero e proprio sistema di corruzione coinvolgendo altri tre funzionari cardine del fisco pontino, tra cui due impiegati dell’Agenzia delle Entrate di Latina e uno invece all’Inps di Pomezia. Anche qui il solito tran tran: soldi in contanti da parte di professionisti e imprenditori in cambio di notizie ed informazioni sulle attività di controllo ed accertamenti o per avere un trattamento tributario più “leggero”. Uno dei funzionari corrotti invece dei soldi ha preferito ricevere come tangente la droga e, in particolare , alcuni dosi di cocaina e in quest’ambito che sono stati arrestati anche quattro spacciatori di Aprilia.
Saverio Forte
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