FORMIA – Da pochi mesi facevano parte dell’arredamento di una panoramicissima villa a strapiombo sul mare di Positano che, il proprietario, un imprenditore della provincia di Salerno appassionato d’arte, affittava d’estate a facoltosi turisti provenienti da ogni parte del mondo. Era diventata questa la nuova sistemazione di due tavole che, parte integrante del polittico raffigurante la Madonna tra i santi Rocco e Sebastiano, erano state trafugate poco più di un anno fa all’interno dell’antichissima chiesa di San Rocco nel “cuore” del quartiere medioevale di Castellone di Formia.
Le fasi di recupero di quest’opera d’arte, risalente al XVI secolo e attribuita a Girolamo Stabile, sono state illustrate a Roma nel corso di una conferenza stampa dopo la preziosa e laboriosa attività di recupero e di indagine svolta dai Carabinieri dello speciale nucleo Tutela Patrimonio Culturale. L’attività investigativa sì è svolta soprattutto in diversi centri della Costiera Amalfatina dove, oltre alle due tavole rubate nella chiesa di San Rocco, sono state recuperate complessivamente altre 36 opere d’arte, rubate da abitazioni private e chiese attraverso 16 furti diversi, effettuati negli ultimi 20 anni in varie località italiane. Tra queste cinque pale d’altare del XVII-XVIII secolo, saccheggiate da due chiese della provincia de L’Aquila – Sa Nicola a Capestrano e San Giacomo apostolo a Scoppito- chiuse al culto dopo il sisma del 2009.
La nuova destinazione del dipinto rubato a Formia e degli altri reperti l’hanno illustrato il procuratore aggiunto di Salerno Luigi Alberto Cannavale e il tenente colonnello Nicola Candido. Il loro possessore è davvero un amante dell’arte con una collezione di oltre 500 dipinti. Le indagini sul suo conto proseguono per capire se fosse a conoscenza o meno della provenienza dei reperti con cui arredava le sue case per le vacanze estive. I Carabinieri hanno già identificato alcuni personaggi dediti alla ricettazione di opere d’arte antica ed altri collezionisti, pronti ad acquistare beni culturali senza verificarne, pur di ampliare la loro raccolta, la lecita provenienza. Ma l’obiettivo finale è individuare gli autori materiali, tra cui quello di Formia.
Saverio Forte
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