FORMIA – Il dilemma non è Shakespeariano ma, dopo la volontà verbale espressa dal Senatore Claudio Fazzone in un incontro con l’ex assessore regionale Udc Aldo Forte, ci sono ancora i presupposti, politici ma anche personali e umani, per ricomporre la storica alleanza elettorale e amministrativa con gli eredi del compianto sindaco di Formia Michele Forte? Incassata la sua scontata rielezione a palazzo Madama, quella (facile) di Paolo Barelli alla Camera e di Giuseppe Simeone al consiglio regionale del Lazio, il segretario regionale di Forza Italia Claudio Fazzone da giorni sembra aver messo le tradizionali “tende” a Formia dove a maggio si svolgeranno le amministrative per l’elezione diretta del nuovo sindaco ed il rinnovo del consiglio comunale. Per il parlamentare di Fondi calare un irripetibile poker significherebbe conquistare, dopo la riconferma nel 2017 di Cosmo Mitrano a sindaco di Gaeta, il comune più importante del sud pontino ma gli ostacoli non sono pochi.
Il gruppo consiliare di Forza Italia da aprile a dicembre 2017 e prima dello scioglimento anticipato del consiglio comunale ha fatto parte della maggioranza con il Pd che sosteneva il “Bartolomeo quater”. Un’alleanza che ha inasprito i non idilliaci rapporti con i vecchi alleati centristi dell’Udc. In quest’ottica il Senatore Fazzone ha voluto vedere proprio per primo il figlio del compianto sindaco di Formia ed ex assessore regionale Aldo Forte con il chiaro e legittimo tentativo di riprendere la collaborazione politico-amministrativa interrottasi nel 2013. Ma le posizioni restano lontano e non è un caso che Fazzone e Forte junior abbino chiesto tempo – un prossimo incontro dovrebbe svolgersi tra venerdì e sabato – per verificare le reali posizioni createsi all’interno delle rispettive forze politiche. Le perplessità a ridare corpo alla vecchia alleanza con Forza Italia esistono soprattutto tra i Centristi e a farsene già portavoce è stato in maniera plateale Aldo Forte.
Non sono state ancora metabolizzate le scorie risalenti al maggio 2013 quando Forza Italia ruppe con lo schieramento di centrodestra, che candidava a sindaco Maurizio Costa, per proporre alla carica di primo cittadino Erasmo Picano. Il presidente uscente del consiglio comunale non guadagnò neppure il ballottaggio e gran parte di Forza Italia – in testa l’ingegner Picano – permise che Sandro Bartolomeo per alcune centinaia di voti diventasse per la quarta volta sindaco di Formia. Il resto è storia recente. Forza Italia non dialogò mai con l’ex Udc che mise alla prova l’ex alleato azzurro per il varo di una mozione di fiducia contro il sindaco Pd Bartolomeo. La reception del Grande Albergo Miramare attende ancora l’arrivo dei consiglieri Salvatore Forte, Erasmo Picano, Carla Ciano e Gianluca Taddeo… Quello che era un appoggio esterno alla Giunta Bartolomeo diventò qualcosa di più serio ed importante nell’aprile 2017. Il sindaco Bartolomeo non aveva più i numeri per governare dopo le divisioni e gli abbandoni di molti consiglieri di maggioranza e per approvare il determinante bilancio di previsione, necessario per il proseguimento della consiliatura, corsero in aiuto i consiglieri Salvatore Forte, Erasmo Picano, Carla Ciano e Gianluca Taddeo… La spina a Bartolomeo la staccò a fine novembre con una dichiarazione shock il presidente del consorzio industriale del sud-pontino Salvatore Forte ma fu altrettanto sorprendente (ma sino ad un certo punto) l’annuncio che fece l’ingegner Picano quando si trattò di giustificare il bilancio di previsione 2017 del comune di Formia: “La decisione l’abbiamo assunta in maniera sinergica con il nostro segretario regionale”. Ma – si sa – le sconfitte sono sempre orfane e il gruppo dirigente e consiliare di Forza Italia per giustificare quell’”abbraccio” al Pd formiano hanno coinvolto proprio l’ingegner Picano che ha dalla sua non poche ed unilaterali responsabilità gestionali di quell’accordo ma è stato (troppo frettolosamente ed in maniera poco generosa) considerato il responsabile di un pantano, di un Vietnam, di cui ha pagato le conseguenze lo stesso rieletto consigliere Pino Simeone che nella sua città ha perso diverse centinaia di preferenze…
Un fatto è certo: Picano da mesi non frequenta più Forza Italia. Il suo appoggio alla Giunta di Sandro Bartolomeo è stato l’inevitabile effetto di un comportamento politico dettato da una personale coerenza… Sul comportamento politico e sull’accordo di Forza Italia con il Pd circolano diverse leggende metropolitane che coinvolgerebbero altri enti sovra comunali ma ora bisogna fare sintesi. I centristi non chiedono al momento alcunché ma una sola dichiarazione, politicamente, pesante: Forza Italia prenda le distanze da quel inedito sostegno garantito al centro sinistra e ammetta di aver sbagliato a dire che l’arrivo del commissario straordinario sarebbe stato negare il bene della città. Lo farà? Questo è il nodo principale che dovrà essere sciolto. E in questo momento Forza Italia è un partito che deve scacciare lo spettro della solitudine politica – non ha ancora un candidato a sindaco ma tante ipotesi interne, la più accreditata della quale è quella del consigliere comunale Gianluca Taddeo cui si è affiancata oggi quella dell’ex industriale della pasta Stefano Paone – e non è un caso che il Senatore Claudio Fazzone abbia detto ai suoi che “bisogna parlare con tutti, nessuno escluso” . Naturalmente attraverso cosa? Dall’elaborazione di un programma “leggero, snello e realizzabile” che dovrà essere il più possibile condiviso.
Intanto si sta riorganizzando (ma con quanta fatica) anche il Partito Democratico, lo stesso che, insieme a Forza Italia, ha governato male Formia, e, contrariamente a Forza Italia, è uscita con le ossa rotta dagli appuntamenti elettorali delle politiche e delle regionali. Dopo mesi di assoluto, religioso ed inspiegabile silenzio l’occasione è stata l’assemblea degli iscritti dei tre circoli cittadini. L’incontro si è svolto presso la sede del secondo circolo che, intitolato a Vittorio Foa, non è attivo più nel quartiere di San Pietro ma nelle campagne in località Pientime, a ridosso del quartiere popolare di Rio Fresco. Il Pd ha capito che bisogna, in maniera molto Bergogliana, andare in quelle periferie dove lo strapotere elettorale del Movimento cinque stelle è diventato superiore a quello democristiano degli anni ottanta? Intanto l’analisi del voto e “del da farsi” è iniziata in ritardo e ha raggiunto un primo e scontato risultato: niente svolgimento delle primarie per la scelta del candidato a sindaco. Se è vero che il coraggio aiuta gli audaci a manifestate la propria disponibilità è stato il solo Maurizio Tallerini, l’ultimo “vice” del dimissionario Sandro Bartolomeo. Ma all’assemblea degli iscritti Tallerini non c’era, trattenuto a New York da una bufera di neve dopo essere stato insignito dell’onorificenza “Uomo dell’anno 2018” dalla comunità formiana d’America. Chi si accontenta gode che correre il rischio di non godere mai…
Saverio Forte
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