FORMIA – La scelta è come quel solitario incrocio con cui termina “Cast Away”, il film pluripremiato di Robert Zemeckis che racconta le gesta dell’ingegner Chuck Noland (interpretato dal bravissimo Tom Hanks) protagonista di un naufragio in un’isola sperduta del Pacificio dopo la caduta dell’aereo merci su cui si trovava. Nel panorama politico formiano, a due mesi dal voto amministrativo, chi più assomiglia all’ingegner Noland è la professoressa Paola Villa, candidata a sindaco (da tempo, forse da cinque anni ormai) per conto della lista “Un’altra città”. L’ex dirigente operativo della grande azienda di spedizioni merci, appena rientrato in patria, nella sua Memphis, si trovava davanti un incrocio di strade, incerto quale prendere, pronto per ricominciare una nuova vita. E questa perplessità sta attanagliando da giorni la professoressa Villa che per centrare l’obiettivo storico di diventare il primo sindaco donna di Formia sa di dover allargare, potenziare, i confini geografico-politici della sua formazione civica.
“Un’altra città” non basta per vincere le prossime elezioni amministrative e molti suoi componenti l’hanno ricordato alla professoressa Villa nel corso di un incontro svolto nella serata di mercoledì. La candidata a sindaco di “Un’altra città” è consapevole che la sua forza elettorale, per essere competitiva e vincente, deve essere parimenti a quelle delle liste in lizza per il rinnovo del consiglio comunale. E’ questo, al momento, il suo principale tallone d’Achille: Paola Villa deve essere sostenuta da un numero consistente di candidati consiglieri che possano aiutarla a conquistare la sedia più prestigiosa del palazzo municipale di Formia. E per farlo deve potenziare la sua formazione civica. Il precedente del 2013 è preoccupante: la Villa conquistò quasi tremila preferenze personali ma, a causa della debolezza oggettiva della sua lista, rimase estromessa dal consiglio comunale. Nello schieramento di “Un’altra città” ci sono due scuole di pensiero e la Villa, più dorotea e più propensa al confronto rispetto al suo recente passato politico, deve fronteggiare nel suo interno il “partito” dei pasdaran che non vogliono allargare le linee perimetrali di questa formazione.
Nei giorni in cui inizia al comune di Formia un commissariamento che per molti è apparso inevitabile dopo lo svolgimento del quarto e travagliato mandato amministrativo del sindaco dimissionario Sandro Bartolomeo, un interrogativo insegue una risposta: qual è l’attuale peso elettorale di Paola Villa all’indomani della presentazione del suo progetto politico denominato “Formia città in comune”? Se lo chiedono i partiti e gli schieramenti tradizionali che, dopo l’imbarazzante epilogo dell’azione politico-amministrativa del sindaco eletto per la prima volta 24 anni fa, affronteranno sicuramente la “pratica-Formia” più in là nel tempo, dopo, o nella migliore delle ipotesi – subito prima il duplice appuntamento elettorale politico-regionale del 4 marzo 2018. Al momento la professoressa Paola Villa sembra aver cambiato solo la denominazione al suo progetto politico per conquistare il comune di Formia, da “Un’altra città” a “Formia città in comune”, soluzione, quest’ultima, che sembra ricalcare, almeno nel nome, la soluzione con cui un anno e mezzo il cardiologo Damiano Coletta ha espugnato a Latina il palazzo di piazza del Popolo. Basta questa mini clonazione maturata da qualche cultore di marketing politico? Un po’ se i suoi ispiratori corrispondono ai nomi di Kristian Franzini e Armando Russo, quest’ultimo espressione di quella famiglia, Orlandi, che a Formia ha avuto, simbolicamente e non, un ruolo, un peso. Al momento, almeno ufficialmente, i primi “acquisti” di Paola Villa sono due esponenti che con il centrosinistra Bartolomeiano hanno avuto a che fare, seppur in due fasi storiche distinte e separate: l’ex assessore ed ex capo di gabinetto Enrico D’Angelis (fuoriuscito dall’esperienza comunista è approdato per qualche anno sulla riva socialista dello Sdi) e- questa è cronaca recente e non storia – il penultimo assessore al bilancio del dimissionario sindaco di Formia Fulvio Spertini.
A Paola Villa sembra mancare come il pane la componente cattolica che nel 2013 l’ha resa “vincente”, anche se non premiata da un scranno nel consiglio comunale della città. Il contributo elettorale dei candidati di ispirazione cattolica nel laboratorio di “Un’altra città” fu determinante per il successo personale della Villa, la quale – come Bartolomeo – fu protagonista di un errore marchiano cinque anni fa: non analizzò compiutamente le ragioni che portarono all’implosione interna di un movimento che lei stessa ha poi personalizzato. Sarà sicuramente vero quando la Villa dice che “questo è un momento di ascolto, la scorsa volta è stato difficile raggiungere tutti, in una città di 40mila abitanti, questa volta invece sono molte le persone che stanno venendo a cercarci. E’ un’occasione unica”.
Nella prossima campagna elettorale di Formia – come in quella di Gaeta della scorsa primavera – ha frammentazione sarà sovrana. La conferma è arrivata già un mese fa quando ha debuttato, primancora della Villa, la candidatura a sindaco dell’ex segretario e direttore generale del comune, Mario Taglialatela, un tecnico apprezzato da più parti al punto che la sua sfida elettorale è sinonimo di un algebrico angolo giro. Taglialatela in questa intervista video di Saverio Forte intanto ha replicato alla professoressa di Vindicio che nella conferenza stampa di sabato mattina presso l’ex aula consiliare si è detta pronta a confrontarsi con gli altri competitor, a cominciare dall’esperienza messa in campo dall’ex segretario comunale Mario Taglialatela. Ma, nessuno dei due, sembra orientato ad abdicare dall’investitura già ricevuta.
Intanto è tornato a far parlare di se nel dibattito elettorale di Formia anche il Pd, il partito dell’ultimo sindaco (dimissionario) Sandro Bartolomeo. L’occasione è stata l’analisi del voto politico e regionale ma giocoforza la discussione ha dovuto affrontare il “da farsi” dopo il commissariamento del comune a dicembre e l’ultima e tribolata consiliatura. Alla riunione non ha partecipato il sindaco dimissionario di Formia ma c’erano un po’ i consiglieri comunali uscenti e i dirigenti dei tre (troppi) circoli cittadini del Pd. Il “faccia a faccia” ha escluso lo svolgimento delle primarie per la scelta del candidato a sindaco ma la voglia di mettersi in gioco per tentare di riconquistare il comune è stata quasi vicino allo zero. Intanto la coordinatrice comunale Clide Rak è stata investita del compito di effettuare un giro di consultazione, unitamente a ciascun delegato che esprimerà ogni circolo del Pd, con tutte le forze politiche, associazioni e movimenti che gravitano intorno all’area Zingaretti. Per fare cosa? Semplice tentare di dar vita ad uno schieramento di centrosinistra. E il candidato a sindaco da proporre? Nessuno ha alzato la mano. Clide Rak è la più corteggiata ma a tentare la sfida potrebbe essere l’avvocato Ernesto Schiano, il capogruppo uscente del Pd rimasto al suo posto nonostante la decisione di “ingoiare tanti rospi”…
Saverio Forte