FORMIA – Ammonta a poco più di quattro milioni di euro la base dell’asta fallimentare indetta dal Tribunale di Cassino per il Pastificio Paone di Formia, la più antica realtà produttiva e industriale della provincia. Dopo essere andata deserta l’asta indetta il 1 marzo scorso, il liquidatore giudiziale nominato dal Tribunale di Cassino, il commercialista Maurizio Taglione di Arpino, ha fissato una seduta bis per il prossimo 8 maggio – le offerte dovranno essere presentate entro le ore 13 del giorno precedente – e ha rimodulato la nuova base d’asta che supera i 4 milioni di euro, calcolati con uno sgravio del 20% rispetto all’importo richiesto dall’assemblea dei creditori, 4 milioni e 960 mila euro. Si tratta della metà della massa passiva accumulata nel corso degli ultimi anni dalla penultima governance aziendale della rinomata attività industriale di Formia. Saranno messi in vendita, nello specifico, i 33mila metri quadrati del nuovo stabilimento nell’area industriale di Penitro, ai confini con il comune di Minturno. A tal proposito il neo amministratore unico del pastificio di Formia, la “Domenico Paone fu Erasmo spa”, Fulvio Paone, conferma in un’intervista rilasciata a Saverio Forte che, anche in caso di aggiudicazione della seconda asta fallimentare, l’azienda alimentare il giorno dopo continuerà a produrre la pasta e a venderla in tutto il mondo.
Intanto Fulvio Paone commenta nell’intervista la bella iniziativa popolare attraverso la quale moltissimi cittadini comuni di Formia stanno inondando di messaggi l’indirizzo di posta elettronica del Tribunale di Latina con cui chiedono un pronunciamento “giusto” dal parte del Riesame che il prossimo 5 aprile sarà chiamato a decidere il ricorso, l’ennesimo, della società formina contro la revoca del sequestro apposto su richiesta della Procura di Latina nell’aprile 2012 – sei anni fa – nei confronti dello storico pastificio di piazza Risorgimento. E Paone bacchetta la politica formiana: “Non mi stupirei – ha concluso – che a due mesi dal voto amministrativo si interessasse delle nostre disavventure tecnico-giudiziarie”.
Intervista a Fulvio Paone