ITRI – In politica, come nella vita, i nodi vengono sempre alla pettine. E dell’applicazione di questa massima popolare la conferma è arrivata dalla discussione prima e approvazione poi del bilancio di previsione 2018 nel consiglio comunale di Itri. Dopo il polemico passaggio all’opposizione dell’ex vice sindaco ed ex assessore alla cultura Paola Soscia sull’”affaire” riguardante la persistente gestione privatistica del museo del brigantaggio e del castello medioevale , i riflettori erano stati puntati, giocoforza, sul comportamento politico dell’ex delegato ai lavori pubblici Salvatore Ciccone, anch’egli “sacrificato” due mesi fa dal sindaco Antonio Fargiorgio per dare attuazione alla richiesta di Forza Italia di effettuare un urgente rimpasto di Giunta. Ciccone non ha voluto emulare l’ex collega Soscia, ha deciso di rimanere in maggioranza e questa coerenza l’ha manifestata approvando puntualmente il principale documento di contabilità del comune di Itri (licenziato con 11 voti favorevoli mentre sono stati 3 quelli contrari dei consiglieri presenti, dell’ex assessore Soscia, di Giuseppe Cece dei Fratelli d’Italia e di Osvaldo Agresti del M5s). Ma nel suo pacato e velenosissimo intervento sono volati gli stracci, soprattutto all’indirizzo del sindaco Fargiorgio.
Ciccone, che del primo cittadino aurunco è un amico d’infanzia, gli ha ricordato come la revoca delle deleghe assessorili alla professoressa Soscia e allo stesso ex delegato alle opere pubbliche abbia politicamente snaturato una Giunta che, varata nel giugno 2016 per essere l’espressione di governo di una maggioranza civica, è ora “prigioniera” dei partiti e di uno in particolare, Forza Italia. Il sindaco Fargiorgio è stato accusato, dunque, di non essere più in grado di mantenere la barra dritta nella gestione di un comune venendo meno – come ha poi rincarato la dose nel suo intervento il consigliere dei Fdi Cece – a quella promessa solenne nel consiglio comunale d’insediamento quando il primo cittadino eletto aveva dichiarato “elementi imprescindibili” della sua azione di governo “l’autonomia e l’indipendenza”. L’ex assessore Ciccone non vuole ora portarsi sull’Aventino e l’ha anche spiegato in aula. Innanzitutto il bilancio di previsione 2018 è stato redatto grazie anche al suo apporto di ex delegato ai lavori pubblici e poi perché la sua disponibilità è finalizzata al perseguimento del programma sottoposto all’elettorato di Itri quasi due anni afa Queste di Ciccone sono state dichiarazioni da ultima spiaggia che hanno mandato su tutte le furie il sindaco-avvocato Fargiorgio soprattutto quando è stato il destinatario di un’accusa ben precisa: di aver “sacrificato” due ex assessori che tutti sapevano essere in possesso di una sufficiente e personale autonomia e indipendenza dai partiti (Soscia e Ciccone) e non di aver concordato con nessuno il contenuto di un rimpasto di Giunta che politicamente era stato richiesto dal coordinatore comunale di Forza Italia Gianfranco Notarianni ma ispirato da potenti notabili azzurri gli stessi che avevano corteggiato, non riuscendovi pero, l’ex assessore Ciccone.
Questo aspro e velenoso dibattito ha messo all’angolo il sindaco Fargiorgio al quale – a quanto pare – non sono servite alcune “istruzioni per l’uso” suggeritigli nei giorni precedenti e durante il consiglio comunale dal più esperto e navigato presidente del l’assemblea Pietro Di Mascolo. Nella maggioranza “civica” di Fargiorgio sembra che sia stato sollevato un tappo che pone ciascuno, ma proprio tutti, nella condizione di essere protagonista, senza vincolo, della propria azione politico-amministrativa. Se la precisazione del neo assessore Serena Ciccarelli ha sfiorato il tono pilatesco (“Non di Forza Italia non c’entriamo niente con quanto avvenuto agli ex assessori Soscia e Ciccone”), molti altri consiglieri stanno cercando di profetizzare, di scorgere, il proprio futuro politico. E uno di questi resta sempre lo sfiduciato assessore Salvatore Ciccone, tra i più votati alle amministrative di due anni fa e ritenuto vicino, vicinissimo, alle posizioni dell’ex consigliere provinciale Claudio Cardogna. Si tratta, quest’ultimo, di uno dei “fedelissimi” sul territorio del Golfo del sindaco di Sperlonga e due volte presidente della provincia Armando Cusani, pronto con i suoi luogotenenti a regolare i suoi conti, politici e personali, con l’establishment di Forza Italia. Con quali armi? Con il tempo e la pazienza…
Saverio Forte