FORMIA – Volete beneficiare della concessione definitiva per la gestione degli strategici e appetibili attracchi nello specchio acqueo del porticciolo Caposele di Formia? Bene, realizzate a vostre spese il restauro e la riqualificazione della garitta borbonica e della stessa banchina in zona Malopasso nell’approdo di ponente della città. E’ uno degli elementi innovativi che caratterizzano l’autorizzazione, per soli fini ambientali e paesaggistici, concessa dal comune di Formia – settore Opere pubbliche – per il restauro di uno dei reperti storici più noti della città che, nolendo o volendo, hanno avuto a che fare con una delle pagine più importanti del Risorgimento italiano. La garitta, in effetti, è una piccola costruzione in muratura che, avendo una finalità militare di difesa, costeggia le mura esterne della villa Rubino, nell’antichità Villa Cicerone, che si affaccia sul mare del porticciolo Caposele. Durante il dominio borbonico ospitava i periodici soggiorni di Re Ferdinando II ed è qui che nel febbraio 1861 fu firmata, dopo il devastante assedio bellico di Gaeta, la resa della famiglia reale borbonica al cospetto delle truppe invasori piemontesi. La garitta fu lasciata al suo destino, emblema di un dominio borbonico all’epilogo e di un’unita nazionale che sarebbe stata suggellata dopo alcune settimane.
Il comune di Formia intende recuperare il reperto ma ha avanzato una condizione ad un gruppo di imprenditori locali, riunitisi nella società “Servizi portuali srl”, interessato ad ottenere l’attività di ormeggio delle imbarcazioni turistiche nello specchio di mare del porticciolo di Caposele: la garitta della famiglia borbonica va riportata agli antichi splendori perseguendo le severe prescrizioni emesse lo scorso 10 luglio dalla soprintendenza per i beni archeologici del Lazio. I lavori ufficialmente inizieranno il 9 aprile e la procedura tecnico-urbanistica è stata avviata e segue un iter autonomo.
Esultano gli storici locali come Daniele Iadicicco dell’associazione “Terraurunca”, sono più prudenti alcuni privati che attendono la realizzazione degli attesti lavori autorizzati dal comune che dovranno rispettare il delicato equilibrio paesaggistico e naturalistico di un sito, di un porticciolo turistico, rinomato per la presenza in mare di importanti reperti archeologici ma da anni sempre più ingolfato – soprattutto nel periodo estivo e durante la stagione turistica- di imbarcazioni da diporto.
Saverio Forte
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