FORMIA – Archiviata la pausa Pasquale, quella che sta per iniziare si preannuncia un’altra settimana di passione per la definizione, in vista delle elezioni amministrative del comune di Formia del 10 giugno, di almeno tre candidature a sindaco nello schieramento di centrosinistra, in quello opposto e alla testa della coalizione centrista (ma fortemente civica) capeggiata dall’avvocato Luca Scipione. Il centro sinistra qualche nodo dovrà scioglierlo nella nuova assemblea degli iscritti in programma giovedì sera. Il Pd ha deciso di presentare il proprio simbolo ma, al momento, non ha un candidato sindaco condiviso dalle eterogenee componenti interne. Alle nomination dell’ex vice-sindaco Maurizio Tallerini e del capogruppo consiliare uscente Ernesto Schiano si è aggiunta del dirigente della unità di odonstomatologia del presidio sud dell’Asl, Francesco Occipite Di Prisco, che, dopo una breve militanza nella sinistra radicale di Sel, è tornato a frequentare il Pd. Occipite Di Prisco, tuttavia, ha fatto sapere di non essere interessato ad intraprendere sfide elettorali così elevate. Il centrodestra allargato in un vertice in programma martedì è in attesa di conoscere il nome che Forza Italia intende proporre alla carica di sindaco: si tratta dell’ultima casella da riempire dopo le disponibilità avanzate dal movimento “Formia Viva 2018” (Mario Taglialatela), dei Centristi (Amato La Mura) e, l’ultima in ordine di tempo, di Eleonora Zangrillo. Un presunto “comitato dei saggi” (proposto da chi e con quali presupposti?) dovrà formalizzare – sempre che l’accordo politico regga – una sola e comune candidatura alla carica di primo cittadino. Sempre la giornata di martedì dirà molte cose sul futuro della premiership di Luca Scipione che dovrebbe annunciare la sua corsa elettorale alla testa di una formazione civica sostenuta da autorevoli ex rappresentanti di Forza Italia e dell’Udc in una conferenza stampa in programma tra mercoledì e giovedì.
La città si trova in una situazione di affanno, sul piano sociale ed economico, ed il suo recupero potrebbe avvenire proprio con la progettazione e realizzazione di un vero e proprio water front. La “Marina Club” di Formia propone l’imbonimento di tre zone dislocate lungo la costa cittadina: la zona di mare a destra del molo di levante del porto commerciale; quella dei cantieri navali (largo Marina) ed il tratto di mare antistante la pineta di Vindicio. Si tratta di una soluzione comune che farebbe tramontare quel tormentone che 40 anni si chiama porto turistico, sinora rivelatosi – almeno sulla carta – una “scelta scellerata e distruttiva”, insomma un’”operazione immobiliare marittima” di cui Formia non ha bisogno. Questo concetto è piaciuto tantissimo all’opinione pubblica che ha molto apprezzato un’idea che, partendo finalmente “dal basso”, è in grado ora, dopo le tante promesse non mantenute nel corso dei decenni dalla politica (ai diversi livelli), di produrre ricchezza e benessere. Attestati di stima arrivano anche da Venezia dove insegna, presso l’Università “Ca Foscari” lingua e letteratura coreana, una prestigiosa accademica di Formia, la professoressa Vincenza D’Urso: “Il progetto è così bello che ogni amministrazione dovrebbe appoggiarlo e renderlo realtà. Porterebbe immediatamente Formia a livelli superiori, mai visti finora, di vivibilità, oltre che diventare un fiore all’occhiello per la città ma anche per l’amministrazione che ne ha permesso la realizzazione. Soli ‘politici’ folli volgerebbero lo sguardo altrove…”
Saverio Forte