LATINA – L’accordo sembrava fatto al termine di un vertice tenutosi martedì sera cui avevano partecipato, tra gli altri, il candidato presidente del centrodestra Stefano Parisi ed il segretario regionale di Forza Italia, il Senatore Claudio Fazzone: il candidato alla vicepresidenza del consiglio regionale del Lazio sarà il rieletto consigliere azzurro di Formia Giuseppe Simeone. E invece il patatrac inimmaginabile a poche ore. L’esistenza di alcuni “franchi tiratori” all’interno del gruppo di Forza Italia e (pare) di altri gruppi della coalizione che ha sostenuto l’ex direttore nazionale di Confindustria ha fatto saltare tutti i piani del senatore Fazzone che teneva molto nella riconferma di Simeone nell’ufficio di presidenza dell’assemblea della Pisana e la sua promozione a “vice” del riconfermato presidente Daniele Leodori del Pd. E, invece, la “notte dei lunghi coltelli” è servita alla componente romana di Forza Italia, guidata dal Senatore Maurizio Gasparri, di togliersi qualche sassolino dalle scarpe nei confronti di quella delle province alla cui cabina di regia siedono da tempo il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani e proprio il senatore Fazzone. E così l’esito delle urne ha restituito una Forza Italia divisa a metà….come una mela alla vigilia della presentazione e del voto, mercoledì prossimo, della mozione di sfiducia presentata dalla Lega e da Fratelli d’Italia contro il rieletto presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.
Che sia in atto una guerra all’interno di Forza Italia l’ha potuto riscontrare personalmente lo stesso Simeone, i cui voti, per l’incarico di uno di due posti di vice-presidente del consiglio regionale, si sono fermati (su 51 votanti) a 9, due in meno rispetto a quelli ottenuti da Adriano Palozzi, ritenuto peraltro vicino alle posizioni dell’ex assessore Francesco Aracri durante la Giunta di Renata Polverini. E’ vero che hanno pesato anche le sedici schede bianche ma nell’ambiente del consigliere regionale di Forza la delusione, dopo l’ufficializzazione del voto, poteva essere tagliata con un coltello anche per le conseguenze politiche che potrebbero ora derivarne. E’ invece è passata l’elezione alla vicepresidenza dell’assemblea della Pisana di Adriano Palozzi – Leodori è stato rieletto al terzo scrutinio con 29 voti mentre sono state 19 le schede bianche e una nulla con il solo assente il consigliere di Fratelli d’Italia Fabrizio Ghera – 14.075 voti lo scorso 4 marzo, risultando il consigliere di Forza Italia più votato nel Lazio.
L’ex sindaco imprenditore di Marino e coordinatore di Forza Italia della provincia di Roma aveva avanzato la sua candidatura alla vice-presidenza del consiglio regionale rinnovando lo stesso ragionamento che permise a Simeone di entrare a far parte dell’ufficio di presidenza: uno dei due posti che spetta a Forza Italia è del sottoscritto in quanto il più votato alle ultime regionali… Questa logica è rimasta in piedi solo una notte e i 12.241 voti che hanno permesso un mese fa a Simeone di diventare il candidato consigliere più votato nella provincia di… Latina non sono bastati per sostenere questa rivendicazione. Del resto tutta nella norma: Leodori, “mister preferenze” il 4 marzo su scala regionale, è succeduto a se stesso , Devid Porrello – ingegnere, nato a Civitavecchia il 5 marzo 1980 – è stato eletto l’altro vice presidente in rappresentanza del Movimento Cinque Stelle cui si sono aggiunti i tre consiglieri segretari Michela Di Biase, Gianluca Quadrana e Daniele Giannini. Roma caput mondi e l’ha dimostrato anche in questo voto: i sei membri dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale del Lazio per l’undicesima legislatura sono tutti consiglieri regionali eletti nella circoscrizione di Roma Capitale.
Per Forza Italia dilaniata da polemiche sotterranee una sola ed unica consolazione: per la prima volta, da quando è in vigore la legge sull’elezione diretta del presidente della Regione, la coalizione che ha sostenuto il candidato vincente Nicola Zingaretti non avrà un vicepresidente alla Pisana. Pino Simeone proverà a riscattarsi guadagnandosi l’incarico di capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio, di un partito che, alla prima prova d’appello, gli ha voltato le spalle.
Saverio Forte