Attualità

Formia / Successo per il convegno sul nuovo waterfront (video)

FORMIA – Un altro schiaffo alla politica e alla sua inerte azione amministrativa degli ultimi anni a Formia. La città ha bisogno di scoprire il senso di comunità e per farlo deve recuperare il suo secolare rapporto con il mare, solo da lì si può ammirare la sua bellezza. Non ha deluso le attese il convegno che la neonata associazione “La Marina Club” – dunque un altro soggetto privato – ha organizzato presso una gremita la sala Ribaud del Comune di Formia sul recupero, riordino e valorizzazione della linea di costa della città. E gli interlocutori – come da programma – sono stati i rappresentanti delle varie forze politiche, liste civiche e movimenti impegnate nella campagna elettorale per l’elezione diretta del nuovo sindaco di Formia e per il rinnovo consiglio comunale della città, insomma con tutti i soggetti che si candidano ad amministrare la città nei prossimi cinque anni.

Il protagonista di questa iniziativa, veramente scaturita “dal basso”, è stato l’attivo presidente dell’associazione “La Marina Club”, Giovanni Di Russo, intervenuto dopo i saluti iniziali dell’avvocato Cristiana Toscano, componente del consiglio direttivo di un’associazione che pensa di ridisegnare in appena sette anni parte della linea di costa di Formia, almeno quella che va dalla spiaggia di ponente di Vindicio alla rotonda della Caserma dei Carabinieri. E la provocazione di Di Russo è stato il sale della conferenza: la trasversalità è la vera forza per condurre a compimento un progetto condiviso. “Dobbiamo partire proprio –ha detto poi nell’intervista video a Saverio Forte – dalla risposta che in questi tre mesi hanno dato i cittadini, che a prescindere da qualsiasi appartenenza politica, si sono ritrovati comunemente su un progetto che promuova lo sviluppo della città. Formia si trova in un momento molto critico della sua storia e già sconta gli errori del passato, quindi o si decide di invertire la tendenza promuovendo e partecipando progetti innovativi o continuerà a rimanere nell’attuale stato di depressione economica, sociale e culturale, che mortifica le tante potenzialità di cui è ricca. Questo è l’obiettivo che ci poniamo, stimolare le forze politiche ad unirsi sui contenuti e sui progetti e non contrapporsi su mere questioni ideologiche se non di prestigio personale. Solo con l’aggregazione si potrà trovare – ha aggiunto il presidente Di Russo – la forza per portare avanti grandi progetti e promuovere il concreto sviluppo della città”.

Intervista a Giovanni Di Russo

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Formia appare come una città in decadenza ed ormai destinata ad una lenta e soffocante agonia. Se si analizzano in quali spazi i cittadini formiani svolgono quel minimo di vita collettiva, ci si accorge che sono solo in aree conquistate al mare: basti pensare alla pineta di Vindicio (ormai inadeguata e di dimensioni ristrette per l’esigenze dei formiani), Largo Paone, il piazzale del Caposele, il porto commerciale ed il suo piazzale. Nonostante questi interventi siano stati realizzati senza una omogenea programmazione, essi – ha precisato il presidente del “Marina Club” – risultano oggi essere la parte vitale della città. Per questo, senza più consumare territorio cittadino và progettato e realizzato con determinazione un vero waterfront che ridia fiato e vivibilità alla città”.

I tre imbonimenti proposti dal “Marina Club”, oltre a ridare il mare alla città, permetterebbero la creazione di tre darsene in cui realizzare approdi diportistici gestiti da operatori locali in collaborazione con il Comune; attrarrebbe insediamenti produttivi, portuali e turistico-commerciali; permetterebbe, ora si, la realizzazione di una passeggiata sicura e suggestiva che vada dalla spiaggia di Vindicio a quella della “Salute” (il tratto di mare sottostante, appunto, la caserma dei Carabinieri) e non su ridicole palafitte. In pratica si otterrebbero un insediamento della attività cantieristica su zona predisposta questa attività con pieno rispetto della salute, un cospicuo centro nautico con le tre darsene/approdi che diventerebbero ben presto base per la navigazione per le isole pontine e del Golfo di Napoli; la creazione di un quartiere fieristico che sia punto vitale, di sviluppo e di vetrina per la città; la creazione di una vera passeggiata turistica che unisca la Riviera di ponente con quella di levante con relativa sistemazione e valorizzazione delle antichità presenti sul lato ovest del percorso.

E una valanga di apprezzamenti sono giunti dai numerosi interventi, in primis da due professionisti di Formia che giunti da molto lontano per portare il loro contributo ad un progetto che “ci ha permesso di respirare aria di casa”: il primario del reparto di cardiologia dell’ospedale riuniti di Ancona (di cui è stato anche direttore sanitario) Pietro Scipione e la professoressa Vincenza D’Urso che insegna lingua e letteratura coreana alla prestigiosa università Cà Foscari di Venezia. E poi, dopo l’adesione al progetto del presidente dell’associazione commercianti Giovanni Orlandi, la volontà di sostenerlo qualora fossero scelti a guidare la città dai candidati a sindaco presenti, Antonio Romano, Paola Villa, Luca Scipione e Mario Taglialatela. La presentazione, seguita da oltre 1000 persone grazie ad una diretta facebook, ha affrontato anche l’aspetto economico che “può apparire un ostacolo ma in realtà non lo è – ha concluso Di Russo – Con questo convegno il nostro compito si è al momento esaurito. Abbiamo affidato la nostra idea progetto alle forze politiche che, se vorranno, potranno portarla avanti per cambiare veramente il volto di questa città, dando una speranza e prospettiva ai giovani, e ridarci a noi la fierezza di essere formiani”. La soluzione progettuale è stata addirittura condivisa da un ente, la Soprintendenza ai beni archeologici, che abitualmente è molto rigorosa e severa.

Lo si evince da un’intervista audio rilasciata dalla direttrice del complesso archeologico di Minturnae, Giovanna Rita Bellini: “Si tratta di proposta validissima che consente – ha detto – l’effettiva tutela dei complessi archeologici messi a rischio dalle mareggiate, e che ne consente la valorizzazione e soprattutto la fruizione attraverso un percorso di visita tra mare e terra, collegabile ai percorsi interni e quindi alla comprensione globale nel tessuto urbanistico della città romana di resti oggi completamente isolati fra di loro”.

Intervista a Giovanna Rita Bellini (audio)

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