FORMIA – Un’altra scoperta tesa a rimodulare alcuni particolari che nei tradizionali libri di storia non sono menzionati ma diventano importanti per gli addetti ai lavori e per la località in cui si sono materializzati. L’ha effettuata lo storico Daniele Iadicicco, il presidente dell’associazione “Terraurunca” che ha dimostrato come il rapporto tra Formia e i suoi illustri ospiti sia davvero infinito e, per certi versi, incredibile. Iadicicco ha accertato come Mola di Gaeta, la moderna Formia, abbia ospitato un pranzo dopo la celebrazione reale. E che sposi! Era il maggio del 1768 quando Ferdinando di Borbone Re di Napoli convolava a giuste nozze. Sua moglie non era altro che Maria Carolina Arciduchessa d’Austria, figlia di Maria Teresa, la donna probabilmente più influente in Europa in quell’epoca. I preparativi per le nozze non furono dei migliori. Re Ferdinando infatti era stato promesso già a due sorelle di Carolina, che però morirono prematuramente prima di potersi sposare. La principessa di origine asburgica non fu dunque felice inizialmente: la scomparsa delle due sorelle fu considerato un pessimo auspicio alla vigilia della celebrazione di questo matrimonio deciso a tavolino…
Maria Carolina era sorella di Leopoldo II che governava sulla Toscana e della tristemente nota Maria Antonietta, della cui tragica fine sono zeppi i libri di storia. La giovane Maria Carolina arrivò in Italia, era già sposata per procura. A Napoli vi era grande attesa per l’arrivo della novella Regina. Il fratello Granduca della Toscana si incaricò di portare la sposa sino a Napoli, accompagnato dalla sua consorte, Maria Luisa di Borbone, pure sorella di Ferdinando. E così attraversata Roma e Terracina il convoglio reale arrivò a Portella, l’attuale Monte San Biagio, che sanciva il confine geografico tra Stato Pontificio e Regno di Napoli. Re Ferdinando la accolse grazie ad un fastoso padiglione in legno costruito sul confine – come pure aveva fatto il padre Carlo- decorato di sete e tessuti preziosi. Gli sposi si incontrarono e la Granduchessa della Toscana per presentare la sposa a suo fratello pronunciò questa domanda: “Siete Voi dunque la Maestà delle Due Sicilie, mio sposo?”. Re Ferdinando rispose positivamente e la regina si inchinò davanti a lui “in segno di tenerezza e di rispetto”. Re Ferdinando naturalmente la bloccò e, sollevandola, l’abbracciò e la baciò.
Quanto raccontato sinteticamente è la cronaca di quel matrimonio reale che – secondo una storiografia consolidata – proseguì con l’arrivo dei novelli sposi a Caserta. Ma non è così. L’ha scoperto Iadicicco recuperando il numero 22 del 1768 de “La Gazzetta di Toscana” che, costituendo una sorta di Gazzetta Ufficiale del regno, era ricco di particolari, probabilmente riportati da quello che doveva essere il portavoce di Corte, testimone oculare di quel matrimonio. Una curiosità: il testo di questo documento Iadicicco l’ha recuperato – per quanto possa apparire paradossale – sulla rete consultando gli archivi storici di una nota università americana che, a differenza del nostro mondo accademico, da tempo ha digitalizzato e reso fruibile a tutti “reportage” di momenti di storia ormai finiti in naftalina… Il numero 22 del 1768 de “La Gazzetta di Toscana” racconta che il Re aveva fatto preparare a Mola di Gaeta (Formia) un sontuosissimo pranzo riservato esclusivamente ai quattro sovrani. A Napoli e Caserta non avrebbero avuto modo neanche di conoscersi meglio e di chiacchierare un pò. A Mola la reale compagnia si intrattenne sino alle 5 di pomeriggio.
E’ questo di fatto il primo pranzo della Regina nel suo nuovo Stato ed il primissimo pranzo nuziale dei novelli sposi, che poi ebbero modo di festeggiare, senza più quell’intimità, in tante successive occasioni il loro matrimonio. Marito e moglie raggiunsero Caserta ma solo alle 11 di sera e da quel momento iniziarono – come tutte le analoghe storie….d’amore – il loro cammino come Sposi e, soprattutto, come Sovrani.
Saverio Forte
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