GAETA – Ma l’amministrazione comunale di Gaeta avrebbe potuto e dovuto partecipare alla procedura di alienazione di un panoramicissimo terreno (di pochi metri quadrati) ubicato in via Angioina, nella zona sottostante la chiesa di San Francesco nel quartiere storico di Gaeta medioevale? Questo interrogativo se lo stanno ponendo – forse a ragione – i vertici della Giunta Mitrano e, con loro, i responsabili del settore patrimonio e Opere Pubbliche e i rappresentanti delle stesse minoranze consiliari dopo la decisione dell’Ipab della Santissima Annunziata di mettere in vendita un terreno che, avendo una destinazione di agrumeto (nulla di più), aveva un costo davvero irrisorio: 20.500 euro, senza Iva. L’esame (apparente) della procedura dell’alienazione ha seguito tutti i crismi di legge che ha avuto uno zelante responsabile del procedimento relativamente alla vendita di altri beni immobili di proprietà dell’ente di assistenza: un appartamento ubicato sempre a Gaeta al Vico 19 di via Indipendenza, un appartamento in via del Porto 23 a Terracina e, sempre a Terracina, alcuni locali commerciali ubicati in via Posterula 7.
Naturalmente l’Ipab della Santissima Annunziata per stimare il valore di mercato dei quattro beni aveva nominato un professionista di Latina, l’architetto Samuele Bignozzi, che aveva fissato nell’aranceto di via Angioina il prezzo di 20mila e 500 euro. Il comune di Gaeta si è giustificato affermando di essere rimasto all’oscuro di questa licitazione pubblica: il terreno non sarebbe potuto diventare un parcheggio ma una terrazza con un panorama mozzafiato sull’intero Golfo sì. Oppure una mini villa comunale, magari a servizio dei cittadini residenti della zona o degli studenti turisti e fedeli che visitano la sovrastante chiesa di San Francesco.
In effetti i dubbi nel palazzo municipale sono aumentati quando è stato reso noto l’esito della procedura pubblica per la vendita del terreno di via Angioina. All’Ipab della Santissima Annunziata era giunta una sola offerta di acquisto nei termini previsti dal bando. Per l’esito dell’alienazione avrebbe dovuto prevalere il signor Luigi Antonio Alberto Robbio, di 55 anni, in virtù di una diritto di prelazione derivante da un contratto di affitto del terreno stipulato con la stessa Ipab della Santissima Annunziata il 20 settembre 2005 e registrato presso l’ufficio di Formia dell’Agenzia delle Entrate. Succede che stranamente il signor Antonio in una lettera dichiara espressamente di rinunciare ad esercitare il suo legittimo diritto di prelazione. Sulla scorta di quale motivazione? L’Ipab – è la tesi che avalla il comune di Gaeta – avrebbe dovuto riproporre di nuovo la procedura di alienazione e, invece, che fa? Delibera l’affidamento del terreno al soggetto unico partecipante… altro non è che la madre del signor Antonio, la signora Egea Palumbo, 81 anni il prossimo agosto.
Naturalmente il via libera alla stipula del contratto di compravendita viene dato dopo che alcuni giorni dopo la signora Egea Palumbo con una certificazione prodotta dichiarava correttamente di “non avere a proprio carico sentenze definitive di condanna che determinino incapacità a contrarre con la pubblicazione amministrazione”.
Saverio Forte