LATINA – Era riuscito a piazzare false polizze fideiussorie per circa 20 milioni di euro, offrendole a privati ed enti pubblici a prezzi super vantaggiosi, pari a circa il 50-60% in meno rispetto ai reali valori di mercato. E’ stata la Guardia di finanza di Bologna, al termine di un’indagine durata quasi due anni e chiamata “Carta straccia” a far luce sull’attività illecita di un 45enne di Latina residente a Cassino, in provincia di Frosinone, amministratore di fatto del “Consorzio Italia Fidi bolognese”, che ha sede nel capoluogo emiliano ma opera su tutto il territorio nazionale attraverso una fitta rete di broker.
L’uomo, finito in manette con un provvedimento emesso dal gip Alberto Gamberini, sotto la direzione del pm Marco Forte, aveva “ideato, organizzato e promosso un’associazione per delinquere dedita all’emissione di false fideiussioni senza disporre delle previste autorizzazioni ed in carenza delle coperture finanziarie per far fronte alle stesse”, e poteva contare su varie persone che collaboravano per indirizzare clienti verso il Consorzio: sono 41 i broker denunciati a vario titolo perché coinvolti nell’attività illecita e, nei mesi scorsi, era stato arrestato “anche l’amministratore di diritto del Confidi, un 59enne già destinatario di un provvedimento di cattura e rintracciato a Napoli dopo circa sei mesi di ricerche”.
Le vittime che cadevano nelle offerte in saldo, convinti di avere tra le mani una polizza di garanzia hanno scoperto, loro malgrado, che in realtà si trattava di carta straccia subendo, di conseguenza, “gravi danni economici quando si sono trovati di fronte all’impossibilità di chiedere il rimborso della fideiussione sottoscritta”. Le Fiamme gialle hanno bloccato anche tutti i rapporti bancari intestati all’uomo, oltre a diversi beni, tra cui un’imbarcazione di circa 10 metri ormeggiata nel porto di Gaeta, per un valore di circa 500 mila euro. Complessivamente, l’operazione ha portato alla denuncia di “50 persone (due delle quali arrestate”, accusate a vario titolo di “esercizio abusivo dell’attività finanziaria, riciclaggio, truffa e bancarotta fraudolenta”, e al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per circa un milione di euro.
Nello specifico, le indagini svolte dai militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria, partite “dallo sviluppo di mirati controlli antiriciclaggio”, hanno permesso di ricostruire il ‘modus operandi’ dell’organizzazione, che prevedeva “l’individuazione dei potenziali clienti tramite pubblicità sul web o attraverso una rete di broker compiacenti sull’intero territorio nazionale”