FORMIA – Finalmente una bella notizia dal vicino porticciolo Caposele. Hanno preso il via i lavori per il restauro e la riqualificazione della garitta borbonica e della stessa banchina in zona Malopasso nell’approdo di ponente della città. Si tratta di una innovativa concertazione promossa dal comune e dalla società che gestisce gli appettibili attracchi nello specchio acqueo del porticciolo Caposele che per beneficiare della concessione definitiva ha assunto l’impegno di riqualificare la caratteristica borbonica, la piccola costruzione in muratura che, avendo una finalità militare di difesa, costeggia le mura esterne della villa Rubino, nell’antichità Villa Cicerone, che si affaccia sul mare del porticciolo Caposele. Durante il dominio borbonico ospitava i periodici soggiorni di Re Ferdinando II ed è qui che nel febbraio 1861 fu firmata, dopo il devastante assedio bellico di Gaeta, la resa della famiglia reale borbonica al cospetto delle truppe invasori piemontesi.
La garitta fu lasciata al suo destino, emblema di un dominio borbonico all’epilogo e di un’unita nazionale che sarebbe stata suggellata dopo alcune settimane. Il comune di Formia intende recuperare il reperto ma ha avanzato una condizione ad un gruppo di imprenditori locali, riunitisi nella società “Servizi portuali srl”, interessato ad ottenere l’attività di ormeggio delle imbarcazioni turistiche nello specchio di mare del porticciolo di Caposele: la garitta della famiglia borbonica va riportata agli antichi splendori perseguendo le severe prescrizioni emesse lo scorso 10 luglio dalla soprintendenza per i beni archeologici del Lazio. Esultano gli storici locali come Daniele Iadicicco dell’associazione “Terraurunca”: “Bello vedere una lotta mia e di tanti amici vicina alla vittoria. Bello vederla realizzare – ha scritto sul suo profilo facebook – in assenza di un sindaco, il successo é ancor di più della società civile che apprende una lezione: lottando credendoci si può vincere. I tanti disillusi hanno perso, l’amore per la propria terra ha vinto #DajeFormia”.
Saverio Forte
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