FORMIA – L’adesione dell’Onorevole Giuseppe Simeone al gruppo misto del consiglio regionale del Lazio è un problema interno a Forza Italia. E, di conseguenza, non pregiudicherà minimamente la composizione, in corso, dello schieramento di centrodestra che vuole vincere le elezioni amministrative del comune di Formia il 10 giugno prossimo con l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo candidato sindaco. E’ stato questo, in sintesi, il messaggio rassicuratore fatto trapelare dallo stato maggiore dell’aspirante primo cittadino dello schieramento che veda, al momento, come sostenitori Forza Italia , i Centristi per Formia, Generazione Formia, Noi per Formia e Idea domani. Nessuna dichiarazione ufficiale, tante a microfoni spenti che hanno avuto il solo obiettivo di immunizzare – o tentare di farlo – una coalizione che non è stata ancora completata ad una settimana esatta dalla presentazione delle liste nelle mani della segretaria generale del comune di Formia.
Dal centro destra formiano soltanto tanti attestati di solidarietà al rieletto consigliere regionale di Forza Italia che nei giorni scorsi, unitamente al Senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone e al gruppo dirigente locale del partito, aveva avallato con un unanime “disco verde” l’investitura del 42enne penalista proposta per conto della componente centrista dall’ex assessore regionale Udc Aldo Forte. Anche quest’ultimo, proveniente da Bruxelles, non ha voluto commentare quanto accaduto a Simeone alla Regione Lazio, si è soltanto limitato a dire che la definizione dei nuovi equilibri tra le varie anime di Forza Italia, dopo il voto del 4 marzo, non potrà e non dovrà riguardare la campagna elettorale al comune di Formia. Bocche cucite anche da parte dei vertici (che contano) degli azzurri formiani.
“L’Onorevole Simeone – ha osservato un dirigente che ha chiesto di non essere menzionato – non lascia il partito, non abbandona Forza Italia di cui resta una risorsa, un portavoce di Formia, del Golfo e dell’intera provincia pontina. In questo momento, dopo quanto gravemente accaduto ai suoi danni, ha aderito soltanto al gruppo misto del consiglio regionale in attesa che i tanti nodi, venuti al pettine, si sciolgano subito e definitivamente”.
L’appuntamento è soltanto rinviato di alcuni giorni, precisamente a lunedì quando il Senatore Claudio Fazzone terrà una riunione in Regione per fare il punto dopo l’adesione di Simeone e dell’altro consigliere azzurro Pino Cangemi al gruppo misto. Alla base della loro decisione, sempre a quanto si e’ appreso, ci sarebbe un dissidio sulle presidenze delle commissioni, in particolare di quella sulla sanità. In questi giorni alla Pisana si susseguono riunioni e trattative per comporre il puzzle delle 12 commissioni permanenti dell’Aula, a partire dai loro vertici. Il coordinatore regionale di Forza Italia ha dichiarato di non sapere nulla di quanto avvenuto e di essere stato informato “a cose fatte”. La riunione, a cui sono stati invitati a partecipare i neo consiglieri regionali di Forza Italia, servirà quindi, in un momento assembleare ad altissimo livello, per “dirimere l’intera situazione” ha aggiunto lasciando trapelare un po’ di ottimismo il parlamentare di Fondi. Ma andiamo per gradi.
I problemi, in effetti, sono sul tappeto dall’inizio della legislatura quando la componente vicinissima al Senatore Fazzone è andata a collidere, riportando i danni più gravi, contro il gruppo romano del partito, il cui gruppo dirigente (o parte di esso) proviene dalla disciolta Alleanza Nazionale. Bisogna eleggere il vice-presidente del rinnovato consiglio regionale e Forza Italia utilizzando la regola interna della meritocrazia: l’incarico spetta a chi ha preso più voti. Il Senatore Fazzone aveva designato il formiano Pino Simeone, il secondo degli eletti nel Lazio, e nelle urne accadde qualcosa di imprevisto: fu eletto Adriano Palozzi (dell’area di Francesco Aracri e dell’ex vice presidente del Senato Maurizio Gasparri) che con un solo voto in più beffò Simeone. Palozzi avrebbe chiesto un sostegno ai colleghi dei Fratelli d’Italia e della Lega e finanche al Pd. Si ipotizzò che il franco tiratore all’interno del gruppo di Forza Italia sarebbe stato il neo consigliere regionale di San Giorgio a Liri Pasquale Ciacciarelli che puntualmente e correttamente smentì. Resta il fatto che quella fu, in estrema sintesi, la prima vendetta della Forza Italia romana contro quella periferica, di Latina e Frosinone, rappresentata appunto dal senatore Fazzone e dal presidente del parlamento europeo Antonio Tajani. Il secondo atto di questa pesantissima guerra di nervi si è consumato in occasione della nomina del nuovo capogruppo di Forza Italia alla Pisana: Fazzone intelligentemente, preservando Simeone da un possibile secondo agguato ordito dal fuoco amico, propose Pino Cangemi. Questa volta ad esprimere dissenso fu proprio il presidente Tajani che chiese ed ottenne la riconferma del romano Antonello Aurigemma.
Si arriva, a questo punto, al terzo ed ultimo adempimento tipico di ogni inizio di legislativa, il varo delle commissioni con la nomina dei rispettivi presidenti. Se la maggioranza di centrosinistra non avesse avuto problemi di numeri, tutte e 12 le commissioni sarebbero state appannaggio del Pd e dei suoi alleati e, invece, in base all’accordo di non belligeranza con il centrodestra ed il Movimento Cinque Stelle, due di loro diventano un “tesoretto”, da spartire, all’interno della turbolenta Forza Italia laziale. Se vale sempre il principio della meritocrazia – quello dei voti ottenuti dai cittadini – la prima scelta è toccata al formiano Pino Simeone che, dall’alto della sua sensibilità ed esperienza amministrativa, chiede l’importantissima commissione sanità mentre il ciociaro Ciacciarelli si mette in lista d’attesa per quella alla cultura. La cronaca di quanto avvenuto venerdì è il report di molte agenzie di stampa. A rivendicare, a sorpresa, una commissione è stato proprio Pino Cangemi, probabilmente – hanno osservato in molti – con un’ipotetica promessa del coordinatore regionale del partito. Il capogruppo Aurigemma rinvia la riunione del gruppo consiliare al pomeriggio quando riceve una telefonata di Simeone che, a sorpresa, rinuncia al suo incarico a favore a Cangemi “perché Roma è Roma e perché può essere la soluzione migliore”.
L’atto di generosità politica di Simeone, che ha confermato ad Aurigemma in un successivo contatto telefonico, è stato a questo punto strumentalizzato, volutamente mal interpretato dal gruppo romano di Forza Italia secondo il quale non esiste il principio della cessione a favore di un altro: “Simeone rinuncia? Noi andiamo avanti con la lista degli eletti”, cioè il quarto del 4 marzo e, cioè, Pasquale Ciacciarelli, che offre la propria disponibilità ad accettare l’incarico lasciatogli da Simeone. In questa telenovela subentra a questo il…quinto degli eletti di Forza Italia, Pino Cangemi, il quale aveva lanciato un aut aut ben preciso: se il partito non mi concede la presidenza della commissione sanità, vado via. Un pretesto – secondo molti – anche il gruppo consiliare, prendendo atto dell’indisponibilità ad accettare incarichi diversi dalla presidenza della commissione sanità, ha indicato Laura Cartaginese per “la presidenza dell’altra commissione disponibile…” Il Senatore Fazzone era molto amareggiato per quanto accaduto, un blitz subito dopo che Simeone aveva fatto un passo di lato per cedere la presidenza che gli spettava a Cangemi. Ora si contano i cocci di un gruppo che politicamente si è polverizzato. Fazzone non vuol sentir parlar di guerra con il presidente del parlamento europeo Tajani arrivando a sostenere che “piuttosto che fare una guerra politica al mio fratello Antonio – ha concluso – smetto con la politica”. E l’anno prossimo ci saranno le elezioni europee – si voterà con le preferenze – e Tajani avrà bisogno dei tanti voti che ancora Fazzone ha in dote in provincia di Latina…
Saverio Forte