GAETA – Ancora non è rivolta ma sono decisamente in fermento due comunità, quella in località La Piaia-Peschiera a Gaeta, e di Vindicio a Formia per la richiesta pervenuta a Civitavecchia presso la sede dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale con cui l’Eni ha chiesto il rinnovo della concessione decennale per il funzionamento del pontile Petroli. I cittadini di Gaeta che risiedono in località Peschiera sono stanchi di avere questa struttura con cui vengono movimentati benzine ed idrocarburi a poche decine di metri dalle rispettive abitazioni. Nella vicina Formia sono preoccupati gli operatori turistico-balneari del litorale di ponente perché è ancora in piedi la possibile delocalizzazione del pontile petroli all’interno dello specchio acqueo del Golfo e, soprattutto, davanti la spiaggia formiana di Vindicio.
Il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano ha già convocato i capigruppo che hanno chiesto una diversa azione di pressione del comune nei confronti dei vertici dell’ex Autorità portuale del Lazio perché l’Eni sottoscrivendo con l’ex sindaco Antonio Raimondi un protocollo d’inrtesa pensava di bonificare l’area dei serbatoi dell’ex raffineria e anche di delocalizzare lo stesso pontile petroli. L’Eni che fa ora? Dimentica quanto ha sottoscritto con la città di Gaeta e chiede all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale il rinnovo della concessione demaniale.
A farsi portavoce a Gaeta dei malumori dei cittadini e non solo è il consigliere comunale Emiliano Scinicariello che, partecipando al primo tavolo promosso dal sindaco Mitrano, gli ha ricordato che nel suo programma elettorale con cui ha vinto le amministrative meno di un anno fa suggeriva e prometteva lo spostamento del pontile Petroli Off shore, vale a dire a diverse miglia dalla costa, dove un tempo c’era il “campo boe”. Scinicariello ha plaudito alla concertazione avviata dal sindaco e, in attesa di un consiglio comunale ad hoc e di una seconda riunione convocata per il 9 maggio, ha escluso di ricorrere a proroghe o a deroghe, “in quanto non possano essere anteposti interessi economici all’interesse della sicurezza di una città e della tutela ambientale, poiché è inimmaginabile pensare di riposizionare la struttura sempre all’interno dell’area sensibile del Golfo di Gaeta”. E Scinicariello non esclude che la delocalizzazione pensata dall’Eni sia il tratto di mare antistante la spiggia di Vindicio: “E’ altrettanto inimmaginabile pensare di condurre politiche comprensoriali, che sono ormai l’unica soluzione di sviluppo per l’Area del Golfo di Gaeta, piazzando una petroliera davanti l’uscio dei nostri vicini”. Cioè Formia…
Il candidato a sindaco del Partito Democratico ed ex assessore alla sostenibilità urbana Claudio Marciano sostiene, a tal riguardo, che la delocalizzazione del pontile petroli dell’Eni è “un bisogno sentito da tutta la comunità del Golfo. Il danno ambientale ed economico di questa servitù industriale gravita interamente sulle spalle dei cittadini di Formia e Gaeta, i quali non ne traggono alcun vantaggio”. Marciano in un pesante post sul suo profilo facebook lancia strali nei confronti della decisione intrapresa dall’Autorità Portuale che, finalizzata a prorogare l’attuale concessione demaniale per ulteriori dieci anni, “va nella direzione esattamente contraria agli impegni presi finora con il Comune di Formia. L’ipotesi, già scongiurata anni fa, di ricollocare le attività di trasferenza delle petroliere su una banchina in prossimità della spiaggia di Vindicio, è inaccettabile ed è destinata ad attivare un conflitto ambientale senza precedenti. Altrettanto sconveniente è che si istituiscano tavoli decisionali sullo specchio acqueo del Golfo senza coinvolgere Formia – rincara la dose Marciano – e senza attendere l’arrivo della sua nuova Amministrazione”. Il candidato sindaco del Pd chiede che il procedimento amministrativo per il rinnovo della concessione al pontile vada “pertanto congelato, il tavolo di discussione ampliato a Formia e vada programmato la dislocazione off-shore dell’impianto, concordando con Eni una soluzione che abbia tempi rapidi e costi sostenibili. Il Golfo va pensato – aggiunge Marciano – come una unica municipalità, e non come un ring dove riproporre ormai tramontati campanilismi: non si può più accettare la presenza di un’Autorità Portuale nel Golfo senza Formia come membro permanente”. Il Pd, alla stessa stregua di quanto fatto in occasione della proposta di Acqualatina di installare i dissalatori nella zona di Molo Vespucci, intende impegnare il Consiglio Comunale alla prima seduta utile e coinvolgere la Regione “affinché tuteli il Golfo e le sue popolazioni. Intendiamo anche investire immediatamente l’avvocatura comunale per tutelare la città da qualsiasi atto possa produrre danni ambientali ulteriori alla nostra costa. Tuttavia, a prescindere dalle dinamiche istituzionali, vi è il tema di una mobilitazione dei cittadini che ridiscuta completamente l’attuale sfruttamento dello specchio acqueo del Golfo, e decida se il suo futuro sono petroliere e allevamenti di pesci, oppure il turismo balneare e sportivo”. Naturalmente il candidato sindaco del Pd e Marciano sostengono “la seconda ipotesi”.
Sul caso è intervenuto anche il portavoce alla Camera dei Deputati Raffaele Trano, che nell’ambito delle sue funzioni ha inviato lo scorso 19 aprile una lettera al presidente dell’Autorità di sistema del mar Tirreno centro settentrionale Francesco Di Majo. Nel documento si richiama il presidente a dare seguito agli impegni presi dai suoi predecessori e procedere quindi in tempi ragionevoli alla delocalizzazione del pontile petroli. “In queste ultime settimane – dichiara il portavoce – mi hanno contattato cittadini residenti in tutto il Lazio Meridionale, preoccupati dall’imminente rinnovo della concessione del pontile petroli. Proprio per la potenziale pericolosità, questo tipo di infrastruttura nei principali porti italiani è stata abbandonata e sostituita con altri tipi di soluzione. Ho scritto prontamente al presidente perché si adoperi a dare seguito agli indirizzi contenuti nel protocollo d’intesa tra Comune di Gaeta, Eni e Consorzio Industriale nel 2011, in cui, oltre alla volontà dei vertici degli enti partecipanti, è rappresentata anche e soprattutto quella di chi abita a poche centinaia di metri. Nel protocollo si prevedeva “per iscritto per la prima volta la volontà dell’Eni di spostare il pontile petroli dall’attuale sede della Peschiera all’interno del porto commerciale in uno spazio che sarà individuato di concerto con l’Autorità Portuale”. Tesi rafforzata da un piano operativo triennale che contempla esplicitamente la delocalizzazione. “Premesso che non è probabilmente la soluzione migliore – recita la lettera inviata al presidente – rappresenta comunque un passo in avanti rispetto ad un immobilismo di oltre sessant’anni. Una soluzione che comunque contrasta con un rinnovo sic et simpliciter, come allo steso modo va in direzione diversa rispetto a chi preferirebbe (a ragione) una struttura “mono boa”. Non è mia intenzione innescare battaglie ideologiche. I depositi costieri Eni a Gaeta rispondono attualmente ad un interesse strategico nazionale. Chiedo invece che in sede di rinnovo della concessione si rispettino i documenti amministrativi prodotti fin qui e la volontà delle popolazioni del Golfo, che non collima certamente con un rinnovo decennale”. Appresa la notizia della domanda di rinnovo della concessione presentata dall’Eni all’Authority, il 9 aprile il deputato ha fatto visita agli uffici di Gaeta. Al termine ha sottoposto alla sede di Civitavecchia una richiesta di accesso agli atti per conoscere lo stato delle concessioni e degli appalti sulla costiera di Levante, area di competenza dell’ente. Si conferma dunque la massima attenzione del movimento 5 stelle alle problematiche del territorio che interessano realmente i cittadini.
Saverio Forte
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