GAETA – Per l’altra tragedia che ha funestato nella tarda mattinata di domenica il sud pontino ancora mistero sulle generalità dell’uomo – di età compresa tra i 40 e 50 anni – precipitato da un viadotto della regionale Flacca in località “Scarpone” nella parte conclusiva della piana di Sant’Agostino a Gaeta. Il medico legale, incaricato dal sostituto procuratore della Repubblica di Cassino Beatrice Siravo, oggi ha effettuato l’autopsia presso l’obitorio dell’ospedale Santa Scolastica accertando come l’uomo, forse un senza fissa dimora, sia morto per la gravità dei politraumi riportati. Ma serviranno ulteriori analisi istologici e di laboratorio per capire se l’uomo, prima di quel tragico “volo”, avesse eventualmente assunto droghe o alcoolici.
A rinvenire il cadavere, di carnagione bianca, erano stati due escursionisti e la prima ipotesi formulata, subito scartata, è che si trattasse di un rocciatore, caduto durante un tentativo di arrampicata durante un tentativo lungo una delle tante falesie a strapiombo sul mare che sovrastano la parte conclusiva del litorale di ponente di Gaeta. Accanto al corpo era stato ritrovato soltanto uno zaino e nessun tipo di attrezzatura che potesse avvalorare questa possibile ricostruzione.
Dell’episodio si stanno ancora occupando gli agenti del commissariato di Polizia di Gaeta che, agli ordini del vice-questore Maurizio Mancini, stanno cercando, a fatica, di identificare la vittima. Si tratta di un aspetto non facile perché l’uomo, che ha riportato numerose fratture agli arti inferiori compatibili con una caduta dall’alto, non aveva con sé alcun documento. Due le ipotesi, sempre valide, sul tappeto: l’uomo, probabilmente un senza fissa dimora, potrebbe essersi tolto la vita gettandosi volontariamente dal cavalcavia della Flacca oppure potrebbe essere stato vittima di un incidente nel tentativo di evitare un’auto in transito. Gli uomini del commissariato stanno vagliando le più recenti denunce di scomparsa che nella zona di Gaeta non ce ne sono state.
Saverio Forte