FORMIA – In una sonnacchiosa e (sinora) deludente campagna elettorale per l’elezione diretta del sindaco e per il rinnovo del consiglio comunale di Formia ad alzare lo scontro, in maniera violenta sul piano dialettico, è il candidato alla carica di primo cittadino del Partito Democratico. L’ex assessore alla sostenibilità urbana della quarta Giunta di Sandro Bartolomeo (di cui è considerato un “pupillo”) Claudio Marciano da tempo ha messo al centro del suo bersaglio, politico e personale, la candidata di “Formia città in comune” Paola Villa. Sotto la lente d’ingrandimento dell’aspirante sindaco del Pd sono le liste della professoressa di scienze naturali e di matematica in cui emergerebbe la figura di un “dominus”, di un volto politicamente trasversale della politica formiana degli ultimi trent’anni, il democristiano Maurizio Costa. E Marciano ricorda come l’imprenditore erede della tradizione sanitaria privata sia stato “candidato a sindaco per il centro sinistra nel 2001. Poi nel 2013, lo è stato per una parte del centro destra. Dal 2008 al 2013 ha condiviso tutte le decisioni della Giunta Forte: i voti favorevoli ai piani tariffari e ai bilanci di Acqualatina; il Piano Regolatore generale con speculazioni edilizie all’Acervara e la cessione della ex Di Donato all’Ipab. Il suo assessore di riferimento era Cardillo Cupo”.
E ancora Marciano: “Dopo cinque anni di piena affiliazione all’opposizione centrista, ora leghista, Costa ha partecipato fino a fine aprile ai tavoli per una coalizione unitaria di destra. Poi però ha cambiato idea. A pochi giorni dalla scadenza per la presentazione delle candidature, ha deciso di appoggiare Paola Villa. E non un appoggio a distanza. Ha fatto una lista a sua sostegno. E’ la stessa lista che si è candidata nel 2013 con Di Rocco e Calvano. Lo stesso simbolo, sostanzialmente gli stressi candidati, tutti legati da sempre al centro destra”. Claudio Marciano attacca frontalmente Paola Villa perché aveva dichiarato – a dire dell’esponente Dem – “di essere l’unica a non fare accordi con la cosiddetta “vecchia politica”. La verità palese è che gli accordi li ha fatti eccome. A dispetto delle dichiarazioni sulla discontinuità nelle sue liste ci sono decine di ex assessori e consiglieri comunali, gli stessi che avrebbero fallito negli anni precedenti, e alcuni perfino legati alla precedente amministrazione. Per la serie: dire una cosa e fare l’esatto contrario.”
A tentare di difendere l’operato della Villa nella stesura delle sue liste è uno dei più fidati collaboratori, in passato, del sindaco Sandro Bartolomeo di cui è stato assessore e per ben due volte capo di gabinetto, Enrico D’Angelis. Sul suo profilo fb D’Angelis, eletto per la prima volta consigliere comunale nel 1985 con la lista civica (“Alternativa per Formia”) espressione diretta dell’allora Pci, definisce Marciano (“giovane intellettuale organico candidato a sindaco di una coalizione oggi sedicente, nel senso che di chi autodefinisce di sinistra”) e difende la scelta della Villa di aver accolto alcuni ex assessori o rappresentanti di primissimo piano dell’ultima giunta di centrosinistra: “Abbiamo scelto di condividere e sostenere la proposta di Paola Villa sindaco di Formia e del suo programma ciascuno – scrive D’Angelis – facendo un diverso cammino, anche tortuoso, non facile e tra mille contraddizioni. Adesso siamo solo alcuni fra i tanti altri che con pari dignità, forza, preoccupazioni, sforzi e pari entusiasmo stanno sostenendo Paola in questo cammino”. Ma Paola Villa, che avrebbe potuto benissimo convocare (ma non l’ha mai fatto purtroppo) una conferenza stampa per illustrare e motivare all’opinione pubblica questi delicati passaggi e scelte politiche, è stata accusata dai suoi detrattori di “dire una cosa e di fare il contrario”.
Enrico D’Angelis, una delle personalità più intelligenti del panorama politico degli ultimi trent’anni, sostiene nel suo post su facebook che l’iniziale e netta affermazione della Villa “andava rivista e necessitava di una lettura e di un’interpretazione articolata. E’ chiaro – chiarisce l’ex esponente poi confluito dopo l’iniziale esperienza comunista di qualche anno nello Sdi e nel partito Socialista – che questo è un punto sul quale chi vuole ha argomento per puntare la propria campagna elettorale, soprattutto se non trova altro modo per portare il suo attacco a Paola e alla sua coalizione. Ma oggi noi siamo tranquilli e soddisfatti del lavoro sin qui compiuto, consapevoli che non tutto, come sempre accade nello svolgersi delle cose, è andato sempre a posto in maniera liscia e senza lasciare insoddisfazioni o qualche delusione”.
La coalizione di Paola Villa qualche errore l’ha commesso e D’Angelis lo ribadisce: “Ma rivedere e correggere una propria posizione è un atto di intelligenza, non sempre è un atto di furbizia”. In effetti questo importante consiglio di D’Angelis è rimasto tale e Paola Villa non ha ancora deciso i criteri perseguiti per l’elaborazione delle sue liste che, secondo la durissima analisi personale di Claudio Marciano, è piena di “falliti”. D’Angelis a questo punto rende pan per focaccia al candidato sindaco del Partito Democratico: “E’ l’unico assessore sopravvissuto a tutte le giravolte politico-amministrative alle quali abbiamo assistito durante l’ultima consiliatura a guida di Sandro Bartolomeo sino al definitivo collasso dopo l’avventuristica trasformazione della maggioranza (da centrosinistra a centrodestra) . L’accordo con Forza Italia raggiunto non prima delle elezioni, ma ampiamente dopo…..con l’iperbolica promessa di fare in un anno quello che in trenta non si era riusciti a fare è stata la sintesi perfetta – conclude D’Angelis, che alla fine ha deciso di non candidarsi per tornare a sedere in consiglio comunale – di come si sia persa completamente la consapevolezza di se stessi, che si è in affanno di argomenti, si è grotteschi, ancorchè volgarmente offensivi. Oppure comici da avanspettacolo, presumibilmente involontari”. Dopo le accuse, arriveranno anche le carte bollate? Anche i tanti avvocati tengono famiglia.
Saverio Forte
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