MINTURNO – “Sono sicura che starà tirando ancora calci ad un pallone da lassù e guarderà sorridente verso di noi”. Sono le parole di una commossa madre provata dalla malinconica assenza di un volto, di una voce, di un abbraccio, nel corso della cerimonia di intitolazione a Mirko Alfieri del campetto adiacente il plesso scolastico “Raffaele Castrichino” di Fontana Perrelli di giovedì scorso.
Il campetto fu realizzato agli inizi degli anni ’90 dall’Associazione Fontana Perrelli, i cui componenti si autotassarano per poi donarlo al Comune di Minturno. Mirko Alfieri, 25enne scomparso nel settembre del 2015 dopo aver lottato contro una terribile malattia, aveva frequentato proprio la scuola di Fontana Perrelli. Dopo la sua scomparsa fu avviata una petizione da parte dalla comunità locale affinché il campetto fosse intitolato al ragazzo. Alla cerimonia di intitolazione, introdotta dall’intermezzo musicale Piccola orchestra di fiati M.L.Proia, sono intervenuti il dirigente scolastico Vincenzo D’Elia, il sindaco Gerardo Stefanelli, gli amministratori comunali e il parroco Don Cristoforo Adriano.
Il ricordo comune di Mirko Alfieri è stato quello del fragore delle sue risate, della sua dolcezza, della sua vivacità spensierata tanto da esser definito “un angioletto con le cornette”. Un tenero appellativo utilizzato dalle maestre in particolare dalla maestra Maria Malagisi che lo conobbe all’età di 6 anni e fu la sua insegnante per 5anni: “Aveva occhi buoni e sinceri, vispi, vivaci. Ricordo bene quanto fosse bello il suo sorriso e come sapeva essere l’amico dei suoi compagni. Nessuno avrebbe mai immaginato quello che poi purtroppo è successo che è andato via troppo presto per diventare un angelo vero. L’impegno che mi sento di chiedere a tutti è quello di pensare a lui con sorriso ogni volta che passando davanti a questo campetto leggeremo il suo nome”.
Commosse le parole dell’assessore Pietro D’Acunto che ha puntato sul bisogno di non dimenticare: “Mirko era un sorriso che ti riempiva gli occhi ed il cuore. Era la dolcezza che lascia dentro una persona speciale. Era figlio e nipote di mani che hanno lavorato alla realizzazione di questo campetto come alternativa alla strada. Nella nostra memoria vogliamo che resti l’eco delle sue risate, di giornate trascorse a correre dietro ad un pallone”. Il sentore comune è che si possa ricostruire la memoria collettiva attraverso un senso di appartenenza del territorio grazie anche all’intitolazione di luoghi a persone “meravigliosamente straordinarie nella loro semplicità”.
Il sindaco Gerardo Stefanelli si è fatto portavoce di questo progetto di sensibilizzazione, di ricostruzione della memoria cittadina spiegando che “è importante ricordare semplici persone come Mirko che incarnano l’anima spontanea della comunità ed attraverso l’intitolazione del campetto da calcio si coinvolgano i ragazzi di Fontana nella testimonianza più autentica e spontanea del territorio. Sarà perciò nostro compito investire risorse nell’opera di dotazione di quanto necessario come attrezzature sportive, adeguata pavimentazione, per rendere questo luogo ancora un ritrovo felice e spensierato così come lo è stato per Mirko”.
Quando si è addolorati o infelici, bisognerebbe ritornare nel luogo che si ama di più; esso a differenza delle persone ha sempre qualcosa da dire. Ora questo luogo racconta una storia, quella di Mirko e di tanti ragazzi che sono disposti ogni giorno a scrivere la propria.
Anna Maria Grippo
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