LATINA – Un appello accorato quello che rivolge al management dell’Asl pontina e, indirettamente, alla Regione Lazio la segreteria della Funzione Pubblica della Uil che, attraverso il suo attivo coordinatore Giancarlo Ferrara, denuncia “le insostenibili condizioni in cui versano i servizi sanitari nei territori della Asl pontina” e ribadisce “la pericolosità della situazione sanitaria in termini di inadeguatezza organizzativa”.
Infatti, le dotazioni organiche (medici, infermieri, tecnici, ostetriche, “Oss” e amministrativi) sono talmente ridotto all’osso che “non si riescono a garantire né gli standard assistenziali normativamente previsti né i diritti fondamentali dei lavoratori (riposi, ferie, permessi, sicurezza). Insomma una situazione letteralmente al collasso! Questa drammatica situazione, purtroppo, si sta ripercuotendo inevitabilmente sull’offerta sanitaria erogata ai cittadini-utenti. La conferma arriva da alcuni indicatori oggettivi ed inequivocabili quali: le lunghe liste di attesa, il sovraffollamento dei Pronto Soccorso, i servizi inesistenti, la conseguente migrazione sanitaria e il grado d’insoddisfazione degli utenti nonché degli stessi operatori.
“Da anni oramai si assiste ad una continua emorragia di personale dovuta ad elementi fisiologici (pensionamento, trasferimenti), senza che a tali carenze seguano le necessarie sostituzioni – scrive Ferrara in una lettera aperta al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al direttore generale dell’Asl di Latina Giorgio Casati, al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio e, soprattutto, ai rappresentanti delle diverse forze politiche eletti in provincia di Latina sia alla Regione Lazio e che nei due rami del Parlamento – L’ultimo concorso pubblicato dall’Asl di Latina risale a circa 13 anni fa e da allora si sono perse oltre 1000 unità di personale, infatti l’età media dei dipendenti Asl Latina oggi si aggira sui 56-57 anni!”
Gli organici sono ridotti all’osso ed il personale subisce quotidianamente uno stress psicofisico correlato che incide pericolosamente sulla propria salute e sulla serenità lavorativa. Si tratta di elementi indispensabili per garantire una elevata e necessaria professionalità nelle aree dei servizi essenziali e ad alta intensità assistenziale. “Purtroppo, questo stato di cose – osserva Ferrara – aumenta il carico di lavoro del personale, tanto e vero che da anni gli operatori sanitari fanno ricorso alle prestazioni aggiuntive per assicurare i turni ordinari sistematicamente scoperti, rinunciando ai propri riposi ed alle ferie individuali. Non a caso infatti le giornate di ferie pregresse sono aumentate a dismisura!”
Questa situazione si acuisce maggiormente nel periodo estivo quando bisogna fronteggiare una aumentata richiesta di cure, determinata dall’incrementato afflusso di turisti e dalla contemporanea necessità di garantire le ferie estive ai lavoratori. La circostanza esaspera rischiosamente il personale interessato poiché, oltre a sostenere altissimi carichi di lavoro, è da mesi impossibilitato a beneficiare dei diritti minimi contrattuali e di legge quali i riposi, le ferie, i permessi, la regolarità e certezza dei turni di lavoro. La segreteria provinciale della Funzione Pubblica della Uil naturalmente prende le difese dei cittadini e dei lavoratori della sanità pontina, “offesi nella loro dignità, infatti vengono palesemente lese le loro prerogative costituzionalmente sancite. La Sanità Pontina è al collasso, i lavoratori sono allo stremo e conseguenzialmente l’utenza rischia quotidianamente!” Da qui la richiesta all’Asl e alla Regione (e dunque alla politica) ad intervenire “con urgenza e senza indugio!”.
In caso contrario il sindacato in maniera provocatoria propone di chiudere finanche quei servizi che non osservano esaurientemente la vigente legislazione sanitaria nazionale e regionale, in termini di standard e di sicurezza “in quanto – conclude Giancarlo Ferrara – le deficienze organizzative e finanziarie non possono continuare a ricadere sempre ed unicamente sulle spalle dei lavoratori e dell’utenza bisognevole!” E la provocazione finale di Ferrara è tutto un programma: “Chissà che non sia il caso di chiedere l’intervento umanitario della Croce Rossa o dell’Esercito Italiano?”
Saverio Forte
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