FORMIA – Ballottaggio doveva essere e ballottaggio sarà ma con stati d’animo e ruoli opposti a quelli pronosticati alla vigilia. I formiani dovranno attendere la mezzanotte del 24 giugno prossimo per conoscere il nome del loro nuovo sindaco nell’orario in cui il mare del Golfo sarebbe dovuto essere illuminato a giorno per i fuochi pirotecnici in occasione della festività patronale di San Giovanni. Ma è probabile che i “botti” ci saranno lo stesso, forse in proporzioni più contenute rispetto alla loro fama, e a finanziarli saranno l’avvocato Pasquale Cardillo o la professoressa di scienze naturali Paola Villa. Loro saranno, infatti, i protagonisti del secondo turno delle elezioni amministrative che domenica hanno celebrato il loro primo ed atteso round.
In un ipotetico match di boxe ad aggiudicarselo senza remore di smentite è stata proprio la candidata a sindaco di “Un’altra città, “Formia Vinci”, di “Formia città in comune” e di “Ripartiamo con voi”. La Villa è sempre stata in testa durante lo spoglio dell’elezione degli aspiranti primi cittadino che si è protratto sino alle 14.30 di lunedì a causa di alcuni ritardi verificatisi nei seggi periferici di Trivio (numero 15), di Gianola (17) e Penitro (27 e 28). Ha ottenuto 8374 preferenze personali, pari al 40,07%, molto di più rispetto ai 6899 voti (+1475), pari al 34,45%, delle sue quattro liste civiche. Il successo elettorale e personale della Villa sta tutto qui.
Il candidato sindaco del centro destra (Idea domani, Lega, “Siamo Formia”, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Unione di centro) Pasquale Cardillo ha ottenuto, in conclusione, 7333 voti (pari al 35,09%) accusando, al termine dello scrutinio, un gap di 1041 voti di preferenze rispetto a quelle messe in cascina della Villa che ha dominato anche in realtà territoriali – le frazioni collinari e alcune periferie – dove lo schieramento di centro destra era favorito alla vigilia per la storica presenza elettorale. Quasi mille formiani in più – esattamente 897 aventi diritto al voto, 8230 contro 7333 voti – hanno optato per i candidati al consiglio comunale proposti dal centro destra piuttosto che sostenere il 43enne avvocato penalista.
Perché è successo? E quale forza politica ha promosso il voto “disgiunto” che, pur previsto dall’ormai superata legge per l’elezione diretta dei sindaci, si è rivelato un atto di sfiducia o, peggio ancora, di tradimento nei confronti dello stesso Cardillo Cupo. Sono gli interrogativi che campeggiano nel centro destra chiamato ora a sostenere un complicato e impegnativo turno di ballottaggio come un pugile frastornato e ridotto al suo angolo dopo un “uno-due” micidiale sul volto. Cardillo Cupo, sempre caratterialmente baldanzoso e reattivo, era una maschera di delusione quando è stato raggiunto dai cronisti per chiedergli un commento sull’esito del primo turno. Era un uomo solo, se non fosse stata per la vicinanza, umana e politica, manifestatagli dalla nuova entourage della Lega e della sua lista civica, Idea Domani. Di rappresentanti o candidati di Forza Italia, che si è confermato con i suoi 3252 voti (16,24%) il primo partito a Formia, tranne una breve e fugace presenza del rieletto consigliere regionale di Forza Italia Pino Simeone, neppure una traccia, neanche a pagarla a peso d’oro. In quei minuti Paola Villa postava,invece, sul suo profilo face book una foto con un bellissimo soggetto,un’alba luminosa su Formia, con una sentitissima frase di ringraziamento al suo elettorato: “Amo la mia terra, e nel mio piccolo, ci resto, con mani sporche ma libere, e mi ci impegno. Grazie a tutti per averci portato al ballottaggio”.
Gli altri quattro candidati in lizza. L’onorevole Gianfranco Conte ha dimostrato di saper portare la nave in porto mantenendo la barra dritta nonostante i poco eleganti abbandoni di alcuni membri del suo equipaggio prima della partenza. L’ex Parlamentare di Forza Italia capeggiava la lista civica “Formia con te” e ha ottenuto 1524 preferenze (7,29%), 220 in più (1344) della sua formazione capace di affrontare coraggiosamente la campagna elettorale dopo la scelta del centro destra (e del senatore e coordinatore regionale di Forza Claudio Fazzone) di sostenere il centrista Pasquale Cardillo. Che il coraggio aiuta gli audaci l’ha capito anche l’ex segretario e direttore generale del comune di Formia, Mario Taglialatela. Era stato il primo a presentare la sua sfida elettorale e ha portato a termine la sua corsa con un apprezzabile riscontro personale alla testa della civica (Formia Viva 2018) ottenendo 834 voti (pari al 3,99%) , 103 in più rispetto alla sua lista (731, 3,65%). Il comportamento elettorale di Claudio Marciano, candidato sindaco del Pd e della civica Formia bene comune, ha pagato dazio alla conclusione anticipata lo scorso dicembre della quarta e travagliatissima quarta amministrazione comunale di Sandro Bartolomeo, in ospedale per una convalescenza dopo delicato intervento chirurgico mentre erano aperte le urna. Marciano non è andato oltre i 1592 voti personali (7,62%) quando le sue liste, il Pd (1334, 6,66%) e “Formia bene comune”( 445, 2,22%) facevano leggermente meglio. La Waterloo del Pd formiano è ancor più pesante non tanto rispetto al dato amministrativo di cinque anni fa (2105, 9,29%) quanto in rapporto all’esito delle elezioni regionali del 4 marzo scorso (2596 voti pari al 14,96%) e delle concomitanti politiche (2802 preferenze, 13,77%). Può ritenersi, senz’altro, soddisfatto il candidato del Movimento Cinque Stelle Antonio Romano grazie ai suoi 1239 voti personali (pari al 5,93%). Ha fatto della sua unica lista (1040, 5,19%) e del collega candidato sindaco Paolo Costa che alle amministrative del 26 e 27 maggio aveva “racimolato” – era il debutto assoluto dei grillini ad un appuntamento amministrativo -. 765 voti pari al 3,20%.
Certamente l’andamento elettorale dei cinque stelle in una tornata elettorale locale è sempre lontano anni luce rispetto alle elezioni regionale e politiche che il 4 marzo il M5s aveva visto ottenere rispettivamente 3758 voti (21,66%) e ben 8238 voti (…40,49%) a conferma di una diversa gestione della classe dirigente locale. L’astensionismo, infine, ha condizionato l’andamento delle elezioni amministrative del comune di Formia e – secondo alcuni addetti ai lavori – il rendimento elettorale del candidato sindaco del centro destra: dei 33.126 cittadini aventi diritto alle ore 23 di domenica sera avevano votato solo il 64,8% (21464), un decremento di quasi dieci punti percentuale rispetto alle elezioni amministrative del 2013 che si svolsero però in due giornate. Un segnale inequivocabile di dissenso dell’elettorato formiano nei confronti dell’operato della politica locale degli ultimi anni e decenni? Una risposta a questo quesito lo dovranno dare le urne domenica 24 giugno e, per chi avrà un po’ di pazienza, anche i fuochi pirotecnici a mezzanotte perché senza quelli che festa di San Giovanni sarà?
Saverio Forte