FORMIA – “Ottimista? No, possibilista”. Si è espresso in questi termini con questa laconica battuta l’avvocato Luca Amedeo Melegari, che insieme al collega Ciro Pellegrino, ha rappresentato nella giornata di giovedì il pastificio Paone di Formia davanti il Tribunale del Riesame chiamato a pronunciarsi sull’istanza di dissequestro operato nell’aprile 2012 da parte dei Carabinieri e del Nipaf della Guardia Forestale ai danni della storica azienda alimentare di piazza Risorgimento. Purtroppo è andata delusa l’attesa per il pronunciamento, il sesto per la cronaca, da parte Riesame sulla nuova richiesta di revoca dei sigilli apposti, su ordine del sostituto Procuratore Giuseppe Miliano, con le ipotesi di reato di lottizzazione abusiva e abusivismo edilizio.
Se l’udienza della scorsa settimana era stata rinviata a causa dell’assenza del giudice relatore, il dibattimento, iniziato il 5 aprile scorso con il collegio formato dal presidente Valentini e giudici a latere Sergio e Morselli, per la cronaca ha cominciato ad approfondire l’intera e contorta vicenda tecnico urbanistica al punto che il Riesame ha dovuto chiedere ed ottenere dalla cancelleria del Tribunale di Latina e dalla stessa Procura di via Ezio il voluminoso carteggio tecnico-amministrativo che ha caratterizzato l’iter di trasformazione del vecchio sito industriale prima del blitz delle forze dell’ordine su richiesta del Pm Miliano.
Ma perché questo nuovo rinvio quando era attesa per la giornata odierna la sentenza? L’indiscrezione è stata confermata dalla proprietà e dal nuovo corso del pastificio Paone: uno dei due giudici a latere era, di fatto, incompatibile avendo fatto parte di un precedente collegio dello stesso Riesame che in passato aveva vagliato e respinto l’ennesima istanza di dissequestro dell’ex stabilimento alimentare di piazza Risorgimento. Le ultime fasi della campagna elettorale che culminerà domenica 24 giugno con il turno di ballottaggio al comune di Formia sono state, intanto, caratterizzate dalla pubblicazione della convocazione delle terza asta fallimentare per l’aggiudicazione di parte del nuovo sito produttivo del pastificio Paone, nella zona industriale di Penitro.
Dopo le due sedute andate a vuoto il 1 marzo e l’8 maggio scorsi, il liquidatore giudiziale nominato dal Tribunale di Cassino, il commercialista Maurizio Taglione di Arpino, ha fissato la terza asta per l’aggiudicazione, nell’ambito del concordato preventivo concesso nel 2015, di parte del nuovo stabilimento. Le offerte saranno aperte il prossimo 26 luglio e per aggiudicarsi la struttura che sta ospitando la più antica realtà produttiva della provincia di Latina serviranno poco meno di tre milioni e 200 mila euro.
A mobilitarsi, intanto, sono le rappresentanze degli operai e dei dipendenti amministrativi dell’azienda alimentare formiana che hanno scritto una lettera aperta al Prefetto di Latina Maria Rosa Trio, al commissario straordinario del comune di Formia Maurizio Valiante e ai sindaci dei comuni in cui risiedono i 40 dipendenti “superstiti” del pastificio Paone, Gaeta, Minturno, Spigno Saturnia, Ausonia e Cassino. Le maestranze si dichiarano “preoccupate” per la tutela dei loro posti di lavoro e auspicano che la vicenda giudiziaria della loro società “nel rispetto del corso del procedimento possa chiudersi al più presto e in modo positivo onde poter favorire il prosieguo dell’attività del nuovo stabilimento”.
Saverio Forte