SPERLONGA – “Soddisfazione ma, appena saranno rese note le motivazioni della sentenza, ricorreremo in Cassazione per chiedere l’assoluzione piena della nostra assistita”. Così si sono espressi gli avvocati Pasquale Cardillo Cupo e Ivan Lo Castro, i legali di Arianna Magistri, la donna di 46 anni di Formia dipendente delle Poste Italiane che ha avuto più che dimezzata la condanna di primo grado dopo il processo d’appello celebrato davanti la prima sezione della Corte di Assise d’Appello di Roma – presidente Calabria, relatore De Cataldo – relativamente all’omicidio della collega di lavoro, presso l’ufficio postale di Sperlonga, Anna Lucia Coviello, di 63 anni.
I giudici capitolini hanno condannato la Magistri a sei anni di carcere derubricando il reato – da omicidio volon-tario premeditato in omicidio preterintenzionale – per il quale era stata condannata a 16 anni di carcere il 28 aprile 2017 dal Gup del Tribunale di Latina Mara Mattioli al termine del rito abbreviato. Contro questa sentenza del giudice per l’udienza preliminare il Procuratore generale Giordano aveva proposto ricorso definendo non congrua la condanna di primo grado rispetto alla gravità dell’episodio. E durante il dibattimento d’appello il rappresentante della pubblica accusa ha rinnovato questa linea chiedendo per la Magistri 28 anni di reclusione ma la donna è stata poi assolta anche dal reato di stalking.
I fatti si svolsero il 16 giugno 2016 all’interno del parcheggio multipiano di Sperlonga quando al termine del proprio turno di lavoro la Magistri avrebbe aggre-dito dopo mesi e mesi di scontri e atteggiamenti conflittuali la collega, originaria di Castelforte ma residente a Terracina, facendole rovinare lungo una scala. La signora Coviello riportò diverse fratture al cranio e una vasta emorragia e morì all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina dopo un’agonia durata una settimana. Se nel corso del rito abbreviato il sostituto procuratore Luigi Spinelli aveva chiesto 30 anni di carcere per la Magistri, la sua difesa ha sempre sostenuto che la Coviello è rimasta vittima di una caduta accidentale.
Saverio Forte