MINTURNO – “La tanto decantata ‘casa di vetro’, ha i vetri già oscurati o le tendine abbassate. Gli uffici del Comune di Minturno, secondo i proclami dell’amministrazione Stefanelli, avrebbero dovuto essere aperti all’accesso civico e all’accesso civico generalizzato. Ovvero, ogni atto, documento ed informazione inerente la pubblica amministrazione sarebbe stato messo a disposizione di ogni cittadino. D’altronde la trasparenza è un valore su cui la nuova amministrazione ha puntato sin da subito. Tuttavia, i buoni propositi si scontrano con la triste realtà”. Lo dichiarano i consiglieri comunali di Forza Italia, Massimo Signore e Maria Di Girolamo.
“In data 22 marzo 2018 – spiegano gli esponenti dell’opposizione consiliare – protocollavamo un accesso agli atti circa la documentazione inerente l’acquisto del ‘Targa Sistem’. In data 4 maggio 2018 due accessi inerenti la situazione del canile comunale e delle altre strutture che gestiscono i randagi del nostro territorio”.
TARGA SYSTEM. “La prima richiesta – continuano i consiglieri forzisti – riguarda un macchinario dalla dubbia legittimità. Il problema sta nell’utilizzabilità dei verbali irrogati. La mancanza di omologazione dell’apparecchio, infatti, rende necessaria la contestazione immediata della trasgressione. Ma allora, se la contestazione deve essere immediata quale sarebbe il senso di fare multe ‘a strascico’ o di controllare veicoli i cui conducenti non hanno possibilità di partecipare immediatamente al procedimento di accertamento? I comuni che adottano questo sistema, raggirano la normativa, convocando i conducenti negli uffici competenti per esibire, a seconda della trasgressione, la carta di circolazione o l’assicurazione. Ma questo altro non è che un modo assolutamente irrituale e illegittimo di fare, il cui contenzioso prevedibile e conseguente potrebbe essere talmente ingente da superare i previsti guadagni per le casse comunali”.
CANILE E RANDAGISMO. “Sulla situazione radagismo – spiegano Signore e Di Girolamo – i documenti richiesti sono necessari per capire come mai l’associazione che gestisce il Canile comunale alla modica cifra di 6.500 euro al mese, dichiara dal 2010 ad oggi ogni giorno la presenza dello stesso numero di cani. E come mai il Comune attende la scadenza della convenzione, per indire la nuova gara? Forse per ‘regalare’, tramite la proroga necessaria, altri anni agli amici degli amici? Altro dubbio riguarda il titolo che abilita l’associazione che gestisce i nostri cani randagi al di fuori del territorio comunale, alla modica cifra di 17.500 euro al mese”.
SCARSA TRASPARENZA. “Per queste ed altre questioni – sottolineano gli esponenti della minoranza – vorremmo essere messi nelle condizioni di poter esercitare le nostre funzioni di controllo. Ma attesi pazientemente i fatidici 30 giorni per la risposta, siamo arrivati addirittura ben oltre i 90. Una mancata risposta, una disattenzione, un mal funzionamento degli uffici, o un diniego tacito? Un atteggiamento che non solo lede gravemente il diritto di accesso del consigliere comunale di espletare l’attività di controllo dell’operato degli organi istituzionali dell’ente ma che palesa un comportamento ostruzionista che frappone ostacoli nell’esercizio del mandato elettorale. Sicuri che questo sia l’ultimo episodio di una lunga serie, si auspica il ritorno ad un comune senso di responsabilità che induca ad individuare, quale unica ragione dell’impegno politico e non, la tutela dell’interesse pubblico”.